Palermo, obbligato a concedere il bis. Con il Picerno guai a sbagliare
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla gara in programma oggi tra Palermo e Picerno.
Attento Palermo, il Picerno non è il Taranto. Almeno, non di questi tempi. La volata per il terzo posto (la vittoria del Monopoli a Pagani non è certo d’aiuto) comincia oggi con una partita sulla carta molto difficile, a dispetto del fatto che gli avversari rappresentano una piccola comunità lucana di cinquemila persone, che la tribuna coperta dello stadio «Barbera» potrebbe ospitare comodamente.
Ma non è la grandezza della città o del paese di appartenenza a determinare la forza di una squadra. Se così fosse, Il Cairo o Città del Messico – smisurate megalopoli – vincerebbero ogni competizione e la Cina tutti i Mondiali. La forza di una squadra si misura con altri parametri. Qualità tecnica, cuore, affiatamento, spirito di appartenenza. Virtù che questo Picerno ottavo in classifica ha dimostrato di possedere. Il cambio di passo proprio all’andata contro il Palermo. Ha più grinta che tecnica, più organizzazione che esperienza (anche se Reginaldo è sempre temibile), ma il fatto che in questo torneo abbia vinto cinque volte in trasferta (anche in campi difficili come Francavilla e Catania) e che mercoledì abbia rimontato due gol al Campobasso dice che la squadra di Colucci sarà un osso duro.
Vediamo dunque che peso hanno questi cinque gol realizzati mercoledì contro il Taranto, una squadra che ha concesso molto ai rosa e che s’è fatta male anche da sola. Vediamo se il Palermo riuscirà in questo finale di stagione a migliorarsi in ogni parte del campo, condizione fondamentale per affrontare i play-off con qualche speranza concreta. Migliorarsi in ogni parte del campo vuol dire non subire gol evitabili, non affidare la fase realizzativa al solo Brunori e soprattutto crescere nella gestione della palla in mezzo al campo.