L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul calciomercato del Palermo che attualmente appare bloccato.
A metà gennaio è ancora tutto fermo. Il mercato del Palermo non decolla, tra calciatori che non si riescono a cedere e con il Covid che ha rallentato ogni operazione. Fino a ora c’è stato soltanto un colpo, il ritorno in prestito di Mattia Felici, che ha occupato l’ultimo posto disponibile in lista. Per acquistare bisogna vendere, ma il tempo per trattare si riduce e il piano di far valutare a Silvio Baldini ogni elemento della rosa, prima di effettuare operazioni in entrata e uscita, è saltato per il boom di positivi della scorsa settimana. Tra recupero completo degli uomini a disposizione e chiusura delle trattative lo spazio di manovra è di soli 15 giorni.
Per il modulo del nuovo tecnico sembrerebbe necessario un centrocampista in più. Erano circolati diversi nomi, da Lollo a Valdifiori (che ha rescisso con il Pescara ed è vicino al Siena) fino a Nardi, ma gli ingressi sono bloccati perché la società ha considerato prioritario un esterno offensivo in più come Felici. Si valutano, dunque, scambi e cessioni di giocatori in esubero. Questi si trovano soprattutto in difesa, il reparto più affollato della squadra. I posti da titolare sono quattro e il Palermo ha undici elementi in quella zona: troppi. I primi in uscita sono Marong e Peretti ma al momento non è arrivata alcuna offerta concreta. Allora è iniziata a circolare un’altra ipotesi, ovvero il sacrificio di pezzi importanti come Almici (sembra esserci stato qualche colloquio con la Spal) per reinvestire l’incasso o Pelagotti, uno dei tanti in scadenza a giugno e che potrebbe andare via gratis a fine stagione.
Insomma, non sembra facile trovare delle soluzioni in questo periodo e lo ha ammesso lo stesso direttore sportivo Castagnini: «È difficile fare un mercato importante a gennaio, bisogna essere un po’ fortunati ha dichiarato – È una sessione dove di solito si effettuano degli scambi. Se prendi il giocatore bravo, è uno che non ha trovato molto spazio nella propria squadra. Chi gioca regolarmente, invece, non si sposta».