Palermo-Modena, il doppio ex Toni: «Noi eravamo una squadra fortissima. City Group ha sbagliato qualcosa…»
Ottantatré presenze e cinquantuno gol in due stagioni: questi sono i numeri straordinari che legano Luca Toni alla storia del Palermo, rendendolo uno dei giocatori più iconici ad aver vestito la maglia rosanero. Campione del Mondo nel 2006, Toni ha iniziato il suo percorso calcistico nel settore giovanile del Modena, la squadra della sua città natale, e ha trovato la consacrazione proprio a Palermo, contribuendo alla storica promozione in Serie A nel 2004 dopo trent’anni di assenza.
In un’intervista rilasciata a Valerio Tripi per Repubblica Palermo oggi in edicola, Toni ripercorre i momenti più significativi della sua carriera, soffermandosi sulle emozioni legate a Palermo-Modena, il suo passato e le sfide attuali del club rosanero, che cerca di risollevarsi in una stagione fin qui complicata.
Luca Toni, se le dico Palermo-Modena qual è la prima cosa che le viene in mente?
«Da dove sono partito e sicuramente dove mi sono affermato».
Partiamo dall’inizio.
«Ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile della squadra della mia città. All’epoca non c’era il Sassuolo e il Modena era l’unico punto di riferimento. Andavo allo stadio a fare il tifo e spesso facevo il raccattapalle. Mi allenavo con tanti ragazzi, alcuni dei quali sono riusciti ad arrivare nel calcio che conta».
Qualche nome?
«Cristiano Doni, Lele Adani, Davide Dionigi. Ogni stagione qualcuno riusciva ad affermarsi».
Poi la consacrazione a Palermo. Che periodo è stato?
«La cosa più bella è che mio figlio Leo si guarda spesso i video di quel periodo. L’altro giorno è rimasto impressionato dal Palermo-Triestina della promozione, con lo stadio strapieno. Mi ha chiesto se era veramente tutto così o se fossero immagini finte. Solo attraverso i suoi occhi mi rendo conto di cosa è stato quel Palermo. L’altro giorno mi sono proprio emozionato. Avevamo una squadra fortissima, però vincere non è mai facile, visto che il Palermo non andava in A da 30 anni».
Vincere non è mai facile e il Palermo se ne sta rendendo conto, non trova?
«Sicuramente hanno sbagliato qualcosa. E se ne sono accorti. La fortuna è avere una società forte alle spalle che capisca il momento. L’importante è capire i propri errori, sapere cambiare e ripartire, perché c’è ancora tempo per raddrizzare la stagione e centrare gli obiettivi».
E un cambiamento c’è stato con l’arrivo di Carlo Osti. Ha lavorato con lui?
«No, però sono certo che con Osti il Palermo abbia voluto alzare il livello di esperienza: per lavorare in quella piazza la devi conoscere, capire i rumors, interpretare tante cose e cercare di pianificare bene il finale di stagione per cercare di raggiungere i play-off. Per le prime posizioni ormai la vedo dura. Però il Palermo può cercare di fare l’impresa».