Palermo-Modena, il doppio ex De Biasi: «Osti mio grande amico, abbiamo passato il Natale insieme. Io su panchina rosa…»

Gianni De Biasi, ex rosanero e ct di Albania e Azerbaigian Foto Ilovepalermocalcio.com Pasquale Ponente

Gianni De Biasi, un nome che riecheggia con stima e affetto nei cuori dei tifosi di Palermo e Modena, si racconta in un’intervista esclusiva con Alessandro Geraci per Repubblica Palermo. L’ex calciatore e allenatore, noto per le sue stagioni indimenticabili al Palermo negli anni ’80 e per aver guidato il Modena alla Serie A dopo quasi quarant’anni, riflette sulla sua carriera e sul suo profondo legame con la città di Palermo.

De Biasi, che ora possiede anche la cittadinanza albanese grazie ai suoi successi come commissario tecnico della nazionale albanese, si prepara a vedere di fronte i suoi due amori calcistici in una partita che descrive come cruciale per la stagione. Ricorda con affetto e nostalgia i suoi anni da giocatore a Palermo, un periodo segnato da successi sportivi e difficoltà economiche, che tuttavia ha rafforzato il suo legame con la città.

L’obiettivo Serie A è ancora alla portata?
«Ritengo che la volontà ci sia. Il torneo è ancora tutto da scrivere. Puoi essere anche settimo o sesto e salire lo stesso. La possibilità di far bene c’è, anche a partire da quest’anno e nonostante i presupposti non siano i migliori. Ovviamente dipenderà da come gireranno le cose da qui in avanti. Capisco che i sostenitori vorrebbero il colpo sensazionale o altro. Ma la logica è aver razionalità evitando soluzioni di pancia».

Dionisi è stato riconfermato tra le contestazioni ma il pericolo esonero non è ancora passato
«Questo è un malcostume del calcio che non apprezzo molto e che non mi vede allineato. Credo che Dionisi sia un ottimo allenatore che ha dimostrato molto negli anni ma che in questo momento non ha trovato le giuste misure».

E adesso c’è Osti, che lei conosce bene.
«Carlo è una persona intelligente che sa calarsi nella realtà in maniera immediata. Deve comprendere le personalità dei singoli giocatori dopodiché, troverà la strada più liscia per arrivare più in alto possibile. Forse cercando una promozione attraverso i play-off».

Con il neo diesse un’amicizia praticamente eterna.
«Siamo nati vicini di casa. Lui di Vittorio Veneto e io di Sarmede, paesi a otto km di distanza. Ci siamo conosciuti quando eravamo calciatori. Lui è più giovane di due anni, ma ormai la differenza di età non si nota più (ride). Ci siamo frequentati nel corso della vita e a Natale abbiamo festeggiato insieme».

Lo ha sentito dopo l’arrivo a Palermo?
«Ovviamente sì, ho chiesto un resoconto su questi giorni: mi ha risposto che è sempre al centro sportivo e che non ha ancora avuto modo di ammirare la città e le sue bellezze. Io conoscevo ogni via o piazza».

In passato ha avuto a che fare anche con il presidente Zamparini.
«Mi chiese la disponibilità di venire a Palermo ma quando allenavo la nazionale albanese. Un tradimento che non potevo però mettere in atto, nonostante l’amore per questi colori. Disse: “Guardi, la squadra dovrebbe giocare così…”. Non aveva compreso nulla di me: gioco come cavolo dico io».

Cosa le riserva il futuro?
«Vorrei tornare in pista. Il prima possibile, perché a non far niente divento matto. Ho un entusiasmo che neanche un ragazzino».

Sogniamo: lei col suo amico Osti in A nel Palermo.
«Sarebbe troppo bello, ma si sa: i sogni finiscono quando apri gli occhi».