Palermo, Mancuso e Di Mariano adesso sperano nel modulo variabile
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul modulo del Palermo e su Mancuso e Di Mariano.
Ora che Insigne e Di Francesco hanno iniziato a ingranare, mettendo a disposizione del Palermo quel repertorio che in estate aveva convinto la società a investire su di loro, lo spazio a disposizione per gli altri esterni offensivi rischia di ridursi o quantomeno di spingerli ad adattarsi a nuove soluzioni tattiche, come avvenuto nelle partite precedenti. Con Valente che sembra avere le valigie pronte (anche se in caso di cessione verrà prontamente sostituito), Mancuso e Di Mariano saranno chiamati a sgomitare per riguadagnare spazio in campo, ma Corini sa bene quanto entrambi possano essere efficaci a partita in corso.
Il numero 7 a dicembre ha giocato appena 67’ (58’ con il Catanzaro da titolare, 9’ nel finale con la Cremonese) rimanendo in panchina in tre partite su cinque, ma i suoi tre gol in campionato sono tutti arrivati da subentrato: la sua produttività appare maggiore quando non gioca dall’inizio, laddove ha modo di duellare con difensori più stanchi tanto in velocità quanto nel gioco aereo. Prima di essere acquistato dal Palermo non aveva quasi mai ricoperto il ruolo di esterno, ma l’adattamento propostogli da Corini è andato bene fin da subito.
Più difficile leggere la stagione di Di Mariano: il tecnico lo ha sempre utilizzato nelle tredici gare in cui era a disposizione (nelle altre sei era assente per infortunio), ma le risposte sono state tutt’altro che ottimali. I gol a referto sono zero, di assist ne è arrivato uno solo contro la Reggiana, ma a preoccupare è soprattutto il numero di tiri tentati, appena tre complessivi e tutti fuori dallo specchio della porta: segno di una difficoltà che sembra andare avanti dal rigore fallito a Bari, ma che Corini sta provando in tutti i modi a cancellare schierando con continuità il suo numero 10.