L’edizione odierna de “La Repubblica” ha riportato un’intervista a Gregorio Luperini il quale si è espresso in merito al campionato e agli obiettivi del Palermo.
Sembrava sul punto di partire. Baldini, invece, l’ha dichiarato incedibile e gli cambiato ruolo. Gregorio Luperini è il nuovo trequartista del Palermo, meno agile e fantasioso di Silipo, Floriano e Fella ma più potente e utile alle geometrie e con innato il senso della rete. Da elemento “entra ed esce” con Filippi, è stato promosso a titolare fisso e a centro della manovra. Tocca anche a lui ritrovare il gol perduto e soprattutto trascinare i compagni. Perché la notizia di un probabile trasferimento? «Cessione? Invenzioni di voi giornalisti, non mi è mai passato per la mente di andare via».
La sua posizione in campo cambia. «Nuove mansioni delicate e importanti per creare gioco e segnare. Sta a me trovare gli equilibri. Baldini mi chiede cose nelle mie caratteristiche, voglio facilitargli il lavoro. Fin da bambino, mi adattavo a più compiti dal centrocampo in su».
Ora, il gol. È la prima stagione in bianco dopo sei anni. «Non mi pesa. L’anno scorso sono arrivato a quota sei, il mio record è addirittura di undici con la Pistoiese.
Arriveranno, sono tranquillo. Assist ne ho sempre fatti pochi forse per le mie prerogative: centrocampista di corsa e movimento».
Il suo modello? «Non ne ho uno in particolare. Mi piacevano i giocatori che si inserivano partendo da dietro. Ambrosini è stato uno di quelli da cui ho preso spunto ma, da tifoso del Milan, guardavo Shevchenko e Kakà».
Qual è lo stato di salute del Palermo? «Contro il Catanzaro, ho visto una squadra più aggressiva, più coesa e corta. Ci divertiremo. Non corriamo con l’obiettivo della vetta o del secondo posto, non c’è partita che ci spaventi, in teoria contiamo di vincerle tutte. Nel primo “spareggio”, dopo la sosta, abbiamo messo sotto il Catanzaro che forse è la migliore rivale del girone, sicuramente ai livelli del Bari. I conti alla fine».
Sempre fidanzato con Carlotta? A quando il matrimonio? «Ci conosciamo da adolescenti, lei lavora a Pisa. Covid e lontananza non ci stanno aiutando. Ci saranno momenti migliori (ride, ndr) ».
Ha quasi 28 anni, il suo contratto scade nel 2023. «Sono sicuro di me stesso e delle ambizioni della società. Vivo sereno, la B è il traguardo minimo, altrimenti non sarei venuto».
Con Filippi, un cedimento inatteso. Lei spesso partiva dalla panchina.
«Purtroppo è capitato. Non ho mai visto però un allenatore schierare una formazione per perdere. Si vede che in quei momenti, preferiva un giocatore con diverse qualità».
Che differenze con Baldini? «Proviamo concetti diversi, siamo molto contenti dei nuovi metodi e ci troviamo bene, si sta lavorando tanto, siamo sicuri di migliorare».
Scossa tattica o psicologica? «Un po’ di tutto. E in breve tempo. Baldini c’è riuscito e gli effetti si sono visti a Catanzaro. Lo seguiamo alla lettera. Dopo la partita, ci ha fatto i complimenti anche se non sono arrivati i tre punti. Abbiamo, però, ritrovato carattere e convinzione, pressato fino all’ultimo minuto».
La svolta nelle prossime due gare casalinghe? «Ci sta, ma prima pensiamo al Monterosi. Poi al Messina e così via. Senza fare calcoli, non servono. Il cambiamento è cominciato quando ci siamo messi in testa di ottenere sempre il massimo».
Successo che, intanto, manca dal 5 dicembre. «Non mi preoccupa, siamo ripartiti concentrati e sicuri di noi stessi, non abbiamo paura di nessuno».
Importante il ritorno al Barbera dove avete conquistato la maggior parte delle affermazioni. «Per Baldini un nuovo debutto, i tifosi si aspettano la vittoria. E noi li dobbiamo ripagare con una prova convincente. Per quanto mi riguarda non aspetto altro per far vedere chi sono. Tutta la squadra ha una mentalità diversa».