L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulle parole di Corrado Lorefice nel giorno di Santa Rosalia.
Il giorno della memoria liturgica di Santa Rosolia è un andirivieni continuo dal santuario in cima al percorso di oltre 4 chilometri che si snoda sul promontorio della città. Devoti e turisti rendono omaggio alla patrona dei capoluogo sfruttando indulgenza plenaria dell’anno giubilare aperto proprio in occasione delle celebrazioni del 400° anno del miracoloso ritrovamento dei resti della santuzza che libero la città dalla peste nel 1624.
In mattinata la messa solenne celebrata ai piedi della grotta dell’arcivescovo Corrado Lorefice, come ogni anno molto partecipata, torna sui recenti avvenimenti di cronaca «Siamo saliti sul monte» ha detto Lorefice – grembo sfiorito dagli Incendi, costernati e appesantiti dalle recenti ferite, epilogo del fallimento formativo di noi adulti».
L’arcivescovo punta il dito sulla società e su chi, nel ruolo di educatore ha fallito il suo compito. Nella solennità del silenzio prova 3 scuotere e svegliare le coscienze di una città dilaniata: «Siamo sgomenti – ha proseguito – per le vite dilaniate dei mostri giovani presi d’assalto da incauti mercanti di superalcolici da accaniti spacciatori di crack, venditori di una felicità contraffatta che stravolge i sentimenti, corrode la mente e distrugge i corpi».