Palermo. Lo stadio-fortino, già raggiunti i rosa di Liguori e Ferrari. Al Barbera c’è sempre bella musica. Caccia alla…sinfonia numero 25

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sullo Stadio Renzo Barbera divenuto un fortino.

La serie continua e il Palermo vuole tenerla viva. Al «Barbera» non passa nessuno e dopo aver rischiato di abdicare con la Fidelis Andra penultima in classifica, i rosanero hanno imposto ancora una volta la loro legge. Per la ventiquattresima partita consecutiva, nessuna sconfitta in casa. Il 5-2 al Taranto è solo l’ennesimo risultato utile messo a segno tra le mura amiche, in una striscia di risultati avviata da Filippi e proseguita da Baldini, che contro il Picerno vuole tagliare il traguardo delle venticinque partite senza mai perdere nel proprio stadio. Non è una striscia da record, quella dei rosanero, ma poco ci manca. Il riferimento massimo riporta alla memoria alla squadra di Cavani e Pastore, che tra Serie A, Europa League e Coppa Italia riuscì a collezionarne ventinove di partite casalinghe senza mai conoscere l’amaro sapore della sconfitta.

Altri tempi e altre categorie, ma se certi numeri si sono visti raramente anche nelle precedenti militanze in Serie B e Serie C, ci sarà pure un motivo. Il Palermo di oggi ha raggiunto quello di Liguori e Ferrari, che grazie anche all’imbattibilità interna riuscì a chiudere secondo in C1, conquistando la promozione in Serie B nel 1991. Una cavalcata iniziata il 16 settembre 1990, battendo il Siracusa per 2-0. Da allora, per tutto il campionato, i rosa raccolsero solo vittorie e pareggi sul campo dell’allora «Favorita», proseguendo fino alla prima giornata del successivo campionato cadetto, il 1° settembre 1991 (Palermo-Brescia 1-1): ventiquattro partite casalinghe consecutive senza mai perdere nel proprio stadio, serie interrotta in Coppa Italia tre giorni dopo, con la sconfitta per 2-1 subita per mano del Parma (che uscì vincitore dallo scontro grazie a una rete di Melli nei minuti finali).

In campionato, però, l’inviolabilità della «Favorita» resistette per tutta la stagione, tant’è che da quella serie ne partì un’altra, ancor più lunga. Liguori venne sostituito da Di Marzio e quel Palermo, imbattuto in casa, non riuscì comunque a mantenere la categoria, retrocedendo nuovamente in C. Lì il posto in panchina passò a Orazi, che prolungò la striscia a venticinque partite senza mai perdere in casa. Ci vollero quasi vent’anni per poter aggiornare questo primato, con i ventinove incontri al «Barbera» chiusi col segno 1 o col segno X. Il record storico, dunque, è distante e lo resterà ancora per un po’. Intanto, il Palermo ha pareggiato il ruolino di marcia casalingo del 1990/91 ed è ad una sola partita da quanto fatto con Ferrari, Di Marzio e Orazi, giunti a venticinque partite di inviolabilità interna. Baldini, col Picerno, può puntare a raggiungere quel Palermo di trent’anni fa, per poi mettere nel mirino il Catania nel derby e sperare di proseguire la marcia nei play-off.