Palermo, l’importante non è partecipare

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” attraverso un editoriale a firma di Ivan Cicala si sofferma sul momento negativo in casa Palermo.

Alla fine di un film nemmeno tanto memorabile e men che meno da premio Oscar (sebbene tra i protagonisti vi siano Danny De Vito e Kevin Spacey), sulla colonna sonora c’è una voce che dispensa pillole di saggezza. Tra queste «le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro». Quelle di Corini saranno senz’altro ponderate, deve solo fare quelle giuste e funzionali. Anche la società ha fatto le sue, quindi «non parlate al conducente», come ricorderanno i meno giovani che frequentavano tram e filobus. «In Italia nessuno ha mai chiesto lo spettacolo, e quindi non c’è. Contano solo i risultati», la sentenza dell’eretico Arrigo Sacchi prima dell’epopea milanista con gli olandesi.

Sempre odioso fare paragoni – in fondo nulla di nuovo – ma quei tre tulipani erano fior di campioni inseriti in un contesto di fuoriclasse (Baresi e Maldini su tutti) e gregari (uno, Colombo ad esempio, correva per tre). Questo per dire che bisogna avere la giusta dose di pazienza e di competenza per costruire una macchina perfetta. È accaduto anche alla casa madre, il Manchester City. E tutto il lavoro non è stato fatto in un giorno. Contro il Cittadella gli spettatori sugli spalti non hanno mai smesso di incitare i rosa tranne qualche mugugno sollevato dalla pochezza offensiva per tutta la ripresa. Al termine, inevitabile, s’è alzata la contestazione e nel mirino è finito il tecnico, reo di non avere dato un gioco alla squadra. Scusate la reiterazione, ma il solito Sacchi amava dire che al Milan si coniugavano solo tre verbi: vincere, convincere e divertire. Avendo uomini e mezzi è più semplice.

A queste latitudini la tendenza è di dimenticare da dove veniamo, almeno per il recente passato. Così come abbiamo ancora viva nella memoria l’era zampariniana che tante gioie ha regalato ma pure un epilogo amarissimo. Il Palermo ha le risorse per recitare un ruolo da protagonista in questo campionato, è terzo, nulla è compromesso. L’import ante non è partecipare, ormai, in un calcio che brucia milioni a profusione. Però al denaro serve abbinare il tempo, la cosa più preziosa che possiamo spendere. Ai rosa dedichiamo un verso di Jovanotti: la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare.