Palermo, l’effetto Barbera è un…boomerang. Rischio disaffezione
Da fortino a terra di conquista, quest’anno solo in tre hanno fatto peggio dei rosanero
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’effetto Barbera che non funziona più per il Palermo.
La situazione attuale del Palermo è emblematica di una crisi profonda, che va oltre i semplici risultati negativi e si estende al rapporto tra squadra e tifosi, nonché all’atmosfera generale che si respira al Barbera. Il digiuno di successi casalinghi che dura da 70 giorni, culminato con la sconfitta contro una Reggiana anch’essa in difficoltà, sottolinea una tendenza preoccupante per i rosanero: lo stadio di casa, un tempo roccaforte, è diventato teatro di continue delusioni.
Quest’anno, il Palermo ha subito sette sconfitte casalinghe, un deterioramento significativo rispetto all’anno precedente, quando i ko erano stati solo tre. La speranza che il cambio di allenatore potesse invertire la tendenza non ha trovato conferme nei fatti, con Mignani che ha raccolto solamente 2 punti in tre partite casalinghe. Oltre al calo di prestazioni, un altro segnale allarmante è il progressivo calo di affluenza al Barbera, che da 31.200 spettatori è sceso a 20.600, indicativo del crescente disinteresse e disappunto del pubblico.
Il Palermo, quindi, si trova a dover affrontare non solo le sfide tattiche e tecniche legate alla competizione sportiva, ma anche una crisi di fiducia e supporto che potrebbe avere ripercussioni a lungo termine sulla squadra. L’imminente sfida dei play-off si profila quindi non solo come un test sportivo, ma come un cruciale momento di svolta che potrebbe determinare il futuro prossimo del club, con la necessità impellente di ritrovare una solidità sia dentro che fuori dal campo, ristabilendo un legame con i tifosi e ritrovando la forma che in passato ha portato a successi e promozioni.