Palermo, le soste portano solo guai: con l’Ascoli va sfatato un tabù
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla maledizione delle soste.
I successi con Reggiana e Feralpisalo sono un primo segnale di come il Palermo abbia spazzato via buona parte dei difetti dello scorso campionato, ma sabato arriverà il momento di lasciarsi alle spalle l’unico tabù inscalfibile del 2022/23, quello delle soste: nelle partite occorse al rientro delle pause per le Nazionali o l’inverno i rosa avevano infatti raccolto un pareggio e tre sconfitte.
Il Palermo attuale ha tutte le carte in regola per cancellare quello zero sulla casella vittorie alla ripresa delle ostilità, non tanto per la crescita generale sul piano tecnico-tattico quanto piuttosto per il tipo di lavoro svolto durante la sosta Corini l’anno scorso non aveva preso parte al ritiro, cosa che lo aveva incentivato (in accordo con la società) a svolgere mini-raduni di 4-5 giorni lontano dal capoluogo siciliano nelle settimane di pausa per conoscere meglio i giocatori e adattarli ulteriormente al suoi schemi.
Quest’anno tutto questo non è stato necessario, perché il Palermo ha avuto la possibilità di lavorare 26 giorni in Trentino (più altri otto a Veronello) e con Torretta può contare su un centro sportivo all’avanguardia proprio come lo erano quelli di Manchester, Roma e Girona. Fare bottino pieno ad Ascoli certificherebbe la completa guarigione dei rosa dal «mal di soste» e darebbe modo di scalare la classifica.