L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’interruzione dell’acqua in diverse zone di Palermo.
Per sei giorni niente acqua in sette Comuni della provincia e in alcune zone della parte nord-ovest della città. La sospensione è necessaria per consentire alcuni lavori all’adduttore dell’Invaso Poma, a Partinico, definiti dalla Regione «improcrastinabili». Un incubo o giù di li perché l’originaria richiesta era di interrompere i prelievi per 13 giorni ma durante un tavolo tecnico con l’Amap guidata da Alessandro Di Martino si è arrivati al compromesso dei giorni a partire da dopodomani all’alba. Ma chi può dire che l’intervento non avrà bisogno di più tempo? Gli operai che scaveranno li dove ci sono le perdite negli adduttori in cemento armato precompresso non sì aa se troveranno una situazione che comporterà ulteriori approfondimenti tecnici. Al momento, però, sembra che la stima sia corretta perché serve solamente tamponare quattro falle per le quali la Regione è stata costretta negli anni a pagare conti salatissimi per danni ai terreni circostanti periodicamente allagati.
Rinvio dopo rinvio a un certo punto la questione non poteva essere più spostata in avanti senza incorrere in qualche forma di responsabilità per danno erariale. L’intervento, affidato a una ditta privata per circa 80 mila euro, obbliga lo spegnimento del potabilizzatore Cicala e la sospensione dell’attività di prelievo dall’acquedotto Jato, che alimentano tutti i Comuni della fascia costiera occidentale fino al capoluogo. L’Amap. che gestisce le reti idriche nella maggior parte dei centri palermitani, ha diramato una nota con cui si informa che de martedì alle 6 si avvierà «la riduzione delle pressioni di esercizio fino all’interruzione dell’erogazione nelle utenze di Balestrate, Trappeto, Terrasini, Cinisi, Carini, Capaci e Isola delle Femmine».
Vista la contiguità territoriale tutto lascia supporre che avranno contraccolpi quartieri come Sferracavallo, Tommaso Natale, l’area di Cruilias e persino viale Strasburgo. La parte meno piacevole è che i disservizi «allo stato attuale s0no circostanziabili». Anche se si sa che potranno verificarsi alle utenze rifornite dal Canale di Scillato, ad alcuni distretti della città «e, potenzialmente. anche a Comuni non direttamente alimentati dall’acquedotto jato».