Palermo: l’amaro è in coda, già quattro finali horror

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sui finali di gara horror per il Palermo.

Un po’ delizia, un po’ croce: a Parma, come nel lancio di una moneta, è uscita croce e il finale di gara si è rivelato un boccone amarissimo per il Palermo, che dopo aver condotto per 92 minuti su 96 (dal 3’ al 95’) è stato riacciuffato dal colpo di testa di Charpentier. Il gol di Segre all’85’ sembrava aver scritto la parola fine sulla gara ma una cattiva gestione dei possessi difensivi, l’errore di arbitro e Var sul 2-3 e il grande cuore dei ducali hanno trasformato in pareggio una vittoria che poteva significare fine della crisi.

E invece la crisi rimane, almeno per altri sei giorni quando al Barbera arriverà il Pisa: c’è da porre fine a una striscia di due ko interni consecutivi, con la consapevolezza che un’altra «x» verrebbe accolta con frustrazione dal pubblico. Per ritrovare i tre punti però servirà te nere l’attenzione al massimo fino al triplice fischio del direttore di gara, cosa che non è avvenuta al Tardini ma non solo: prima di Parma infatti il Palermo era già incappato in tre finali da brivido. In quei casi il gol al fotofinish degli avversari aveva determinato una sconfitta e non un pareggio, ma considerando che domenica i rosa erano avanti 3-1 allo scoccare del 90’ è difficile non dare al match con i ducali il sapore di un ko.

La prima beffa è arrivata in Coppa Italia a Cagliari, allo scadere dei supplementari: la rete al 121’ di Soleri sembrava aver indirizzato la sfida ai tiri dal dischetto, ma una distrazione collettiva della difesa (Mateju che perde Luvumbo, Ceccaroni che sbaglia la diagonale) è stata trasformata da Di Pardo nel definitivo 2-1 al 123’. Con il Cosenza altra delusione: dopo aver rischiato più volte di subire lo 0-1 il Palermo capitolò al 91’, con Canotto in contropiede a infilare Pigliacelli con una splendida conclusione a giro. Il finale di Cittadella ha invece segnato il punto più basso del rapporto tra il tifo rosanero e Corini: l’assedio dei granata nell’ultima mezz’ora è stato capitalizzato al 98’ da un colpo di testa di Pandolfi, accolto con un applauso da tutti gli spettatori come se a segnare fosse stata la squadra del loro cuore e non l’avversario; da lì in poi un’esplosione di fischi e richieste di dimissioni al tecnico, sia all’interno che all’esterno del Barbera.