Palermo, Lagalla chiede allo sceicco di investire sul “Barbera”. Si lavora per riportare canone a 341 mila euro
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla questione Renzo Barbera con un’intervista realizzata da Tullio Filippone al sindaco di Palermo Roberto Lagalla che per i lavori di ristrutturazione invoca l’intervento del City Group.
Adesso non è soltanto un’apertura, ma c’è un invito implicito al Palermo a farsi sotto e presentare un piano di investimento di lungo periodo per trasformare il “Barbera” in uno stadio del terzo millennio. Dopo che l’assessore allo Sport Sandro Anello era uscito allo scoperto — «pronti a consegnare al club le chiavi dello stadio per una convenzione pluridecennale» — sul tema stadio è intervenuto con decisione anche il sindaco Roberto Lagalla. Il primo cittadino ha ribadito la massima disponibilità del Comune a discutere con il City Group del futuro dell’impianto, ma ha chiaramente chiesto al club dello sceicco Mansour se intende investire sull’impianto con un lungo piano pluriennale.
«Da parte del Comune si conferma la massima apertura a proseguire le interlocuzioni con la società — ha detto Lagalla — ma è necessario che la stessa formalizzi definitivamente la propria posizione: mantenere l’attuale schema di convenzione, della durata di sei anni, o superarlo con un più lungo piano di gestione pluriennale, comprendente, a proprio carico, più radicali interventi di rifacimento». E ha aggiunto: «L’amministrazione è pronta a verificare la percorribilità di quest’ultima soluzione, in analogia a quanto da tempo già avviene per altri grandi stadi comunali italiani» Per questo motivo, Lagalla ha ribadito che le due parti stanno dialogando per rivedere il canone e riportarlo a una valutazione iniziale di 341mila euro, il doppio di quanto paga il Palermo dal 2020, quando era stata pattuita una cifra che teneva conto della pandemia.
Un passaggio per cui si sono già mobilitati gli uffici tecnici, mentre sarà coinvolto anche il Consiglio comunale. L’aula, del resto, a luglio scorso, aveva già approvato un ordine del giorno che politicamente vincolava la giunta a rivedere al rialzo questa cifra non più congrua. Così, il sindaco nel suo intervento ha aggiunto e confermato un elemento, già sottolineato da “Repubblica” nei giorni scorsi: «In ogni caso — ha detto — è chiaro che la rivalutazione del canone, ove limitata al biennio residuo (cioè il 2026 ndr), non potrà essere sufficiente ad ammortizzare tutti i necessari interventi straordinari, tanto meno in caso di rifacimento integrale dell’impianto».