Palermo, la trappola del fuorigioco funziona: Bani l’ultima vittima

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla “trappola” del fuorigioco.

Difesa a tre, difesa a quattro, con un mediano in copertura o senza. C’era una volta un Palermo che, a prescindere dai moduli, veniva sempre e sistematicamente trafitto sulla linea del fuorigioco. Quanti se ne sono visti, in Serie C, di gol subiti per posizionamenti errati da parte dei difensori? Tanti, parecchi sono costati punti pesanti, almeno fin quando i rosa non hanno invertito la loro storia ribaltando i pronostici negli scorsi playoff.

Adesso, Corini ha ribalta-to anche la mentalità del reparto arretrato. Occhi sempre puntati sull’ultimo attaccante e guai a tenerlo in gioco. Si lavora di squadra anche lì dietro e il risultato è quello che si è visto venerdì scorso col Genoa. Poteva essere una beffa, atroce per giunta, invece a stata l’apoteosi di un meccanismo che inizia ad essere assimilato da tutto il gruppo. Ci si muove in sincrono e la trappola funziona. Anche per questione di centimetri, che in tempo di Var risultano piu decisivi che mai.

Lo sono stati, venerdì scorso, perché in pieno recupero e stato anche normale provare un minimo di apprensione per quel gol di Bani che poteva valere il pareggio ai genoani. Bravo, nell’occasione, il guardalinee: la bandierina era alzata e l’interpretazione e stata impeccabile, perché il rinvio li-sciato da Nedelcearu non poteva rimettere in gioco il centrale del Genoa, di fatto sempre al di la della linea per tutta la durata dell’azione offensiva. Se non si è mai trovato in posizione regolare, perché e proprio merito della linea difensiva rosanero, che ha svolto alla perfezione questo tipo di compito. Così, pur incappando in una sbavatura – che poteva costar can – il meccanismo di squadra ha “salvato” il Palermo da un risultato che non avrebbe meritato, per quanto visto in campo.