L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul centro sportivo del Palermo in fase di lavorazione.
I pranzi alla clubhouse dello stadio, gli allenamenti dell’altra parte della città, a Boccadifalco, la palestra itinerante, prima in via Emilia e poi in viale Strasburgo e i raduni alla Casena dei Colli. È il nomadismo dei rosanero senza una casa. Se c’è una lezione sicura del ritiro a Manchester, nella Football Academy dell’Etihad Campus del City Group, è l’importanza di avere un centro sportivo. Motivo per cui il Palermo adesso accelera per costruire la sua cittadella di Torretta: nella terza settimana di ottobre partiranno i lavori per completare la struttura in un anno, ma i campi potrebbero essere a disposizione già in 4-5 mesi.
Perché per adesso il programma dei rosanero è itinerante e non sempre agevole. Basta prendere come esempio il lavoro di martedì: controlli mattutini in una struttura convenzionata e allenamento tra le 8.30 e le 9.30 al Tenente Onorato. Poi la doccia e di corsa dall’altra parte della città per pranzare intorno alle 11-11.30 a “Barbera”. Nel primissimo pomeriggio ancora una sessione a Boccadifalco, che dista 8 chilometri. E anche per la palestra c’è un altro piccolo viaggio in mezzo al traffico palermitano: per alcune sessioni i rosanero sono andati all Body Studio di via Emilia, tutto sommato non distante dallo stadio, ma adesso gli allenamenti sono al Green Club di via Gran Bretagna, zona Strasburgo.
Non è un caso che a Manchester il tema centro sportivo rosanero è stato un tormentone ricorrente. E tutti i giocatori, Corini compreso, nelle interviste non si sono soffermati solo sulla qualità dei campi e delle attrezzature, ma soprattutto sul concetto di una cittadella dove, in pochi isolati, si svolge tutta la vita di un club professionistico e dei suoi giocatori: dai controlli medici e le analisi del sangue agli allenamenti, dalla palestra al relax e i pasti. «Dobbiamo trasferire l’esperienza di Manchester nel centro sportivo che costruiremo – ha detto lo stesso presidente Dario Mirri nelle giornate inglesi – A Palermo costruiremo qualcosa di proporzionato al nostro club, ma dove non mancherà nulla». È stato il direttore generale Giovanni Gardini a svelare qualche dettaglio nei giorni successivi: «Due campi in erba naturale, un complesso edilizio di 1.800 metri quadri e un primo investimento per la squadra, anche se con gli anni ci allargheremo per il vivaio».
E quando si pensa alla cantera, la mente riporta alle immagini del campus di Manchester, dove nei sedici campi non si allenano solo la prima squadra, il team femminile e l’under 23, ma una vera e propria accademia, dalla culla all’adolescenza, di giovani talenti che sfilano ogni ora accanto ai propri beniamini. Torretta si trova in una posizione ideale: sulla collina, tra mare e montagne, e soprattutto a metà strada tra la città e l’aeroporto per le trasferte, e non lontano da Mondello dove vivono molti giocatori. Qui, sulla strada provinciale che porta il nome di Aldo Moro, sorgeranno i due terreni da gioco del Palermo e a ridosso ci sarà una struttura con la palestra e macchinari all’avanguardia, gli spogliatoi per la prima squadra e per la primavera, la sala conferenze e altri spazi tecnici. Mentre l’antica casa padronale, circondata da palme e uliveti, dopo un restauro conservativo, ospiterà il ristorante e la clubhouse. Accanto, ci sarà anche il campo comunale, anch’esso affidato in gestione al Palermo. Un progetto che sarebbe dovuto essere completato da mesi, ma ha incontrato alcuni ostacoli burocratici che hanno fermato i lavori, ripartiti proprio in questi giorni. L’impianto da 1,5 milioni di euro, con le tribune che possono ospitare 250 persone, dovrebbe essere completato nei primi mesi dell’anno prossimo.