Palermo, la Red Bull e il video della discordia. Il Comune: “Mai più, ora un canone”
L’edizione odierna di “Repubblica” parla della vicenda Redbull a Palermo.
Adesso un regolamento per disciplinare le grandi operazioni promozionali che utilizzano l’immagine dei beni culturali della città. Il giorno dopo le polemiche per il video della Red Bull, che ha versato solo 182 euro di suolo pubblico al Comune, ma martedì ha paralizzato il traffico della città, l’amministrazione rivendica la bontà dell’operazione, ma ragiona su regole certe per disciplinare altre operazioni in futuro.
A partire dalla riproduzione per fini commerciali dei beni culturali, su tutti i Quattro Canti, ripresi sabato mattina mentre la monoposto girava su se stessa. «Secondo l’articolo 108 del codice dei beni culturali è previsto un canone da pagare in casi di riproduzione per fini commerciali di beni culturali, ma il Comune di Palermo, come la gran parte degli altri non ha un regolamento », dice l’assessora alle Attività produttive Cettina Martorana. «Non è impossibile in futuro ipotizzare un piccolo contributo per i costi extra della polizia municipale o dei servizi». Ma il sindaco Leoluca Orlando, ieri pomeriggio, a margine di una conferenza stampa ha anche rivendicato un’iniziativa promozionale «che vedranno 300 milioni di persone. C’è qualcuno che utilizza le criticità di un’amministrazione che viene da 15 mesi di pandemia per distruggere la visione di città che stiamo costruendo», ha detto.