Palermo. La differenza tra i moduli sta tutta nei numeri
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma in merito al modulo del Palermo.
Il modulo scelto da Silvio Baldini contro il Foggia si è rivelato un disastro per il Palermo. Esperimento fallito? Sì. A testimoniarlo non è soltanto il risultato dello Zaccheria, ma anche i numeri che condannano i rosanero a differenza delle partite dove è stato impiegato il 4-2-3-1. Partiamo dallo schieramento tattico. Inizialmente sembrava un 3-4-2-1 con due trequartisti alle spalle Brunori, ma in realtà Floriano ha giocato quasi al fianco dell’attaccante italo-brasiliano che a Foggia ha segnato il suo tredicesimo gol stagionale, eguagliando il suo record di reti in carriera nella regular season. Con questo modulo il Palermo ha subito lo stesso numero di gol (quattro) che aveva incassato nei precedenti quattro match, senza considerare l’ora di gioco contro la Juve Stabia in inferiorità numerica.
Già contro i campani si era visto un Palermo diverso, con Giron praticamente posizionato sulla linea di centrocampo. Un test, tuttavia, poco indicativo contro una formazione in grande difficoltà. Contro il Foggia, infatti, i rosanero hanno concesso ampi corridoi sulle corsie esterne visto che Valente e Felici (poi sostituito con Crivello) erano costretti a fare entrambe le fasi di gioco. Una squadra raccolta in media in 47 metri, ben più lunga rispetto ai match contro Campobasso (41 metri), Messina (39 metri) e Monterosi (32 metri) dove il Palermo aveva qualche certezza in più con il 4-2-3-1. Con questo modulo i rosa di Silvio Baldini avevano lo stesso ritmo di gioco, ma hanno dimostrato di creare più occasioni da rete e maggiore precisione nei passaggi.
In media 75,55% contro il 71,4% di Foggia e il 65,57% nella seconda parte del match contro la Juve Stabia dove la squadra si era disposta con un 3-4-2. Un ultimo dato, che va oltre lo schieramento, riguarda il baricentro. Contro il Monterosi il Palermo ha giocato con i difensori quasi a centrocampo e, partita dopo partita, la linea si è lentamente abbassata. Anche i numeri devono portare Baldini a una riflessione.