Palermo, la cessione non basta: i tifosi devono poter tornare ad essere tifosi
Il calcio è uno sport semplice, dove l’obiettivo è vincere e dove i tifosi sono liberi di tifare per 90 minuti potendosi così estraniare dalla vita di tutti i giorni. Analizziamo adesso una possibile situazione tipo, di un qualsiasi club, che gioca in un qualsiasi campionato: la squadra è in testa alla classifica, i numeri sono quasi tutti dalla propria parte, il tecnico che siede sulla panchina sembra preparato e con un’alternativa sempre pronta da tirare fuori dal cilindro, ma allora dov’è il problema vi chiederete?
Ebbene, il problema è che ormai da parecchi mesi a Palermo, a tenere banco sono argomenti come “closing”, “cessione”, “fallimento” e come se non bastasse adesso ci sono anche le novità “corruzione” e “intercettazione”. Già perchè da un pò di tempo a questa parte, il tifoso rosanero è costretto ormai tutti i giorni a dover combattere con le varie indiscrezioni che giungono dalle aule dei tribunali, dagli esperti di economia, dai giudici e chi ne ha più ne metta. Le questioni puramente calcistiche, sembrano passare quasi in secondo piano nonostante come detto al punto iniziale, la situazione dei rosanero al momento sembra rispecchiare in toto quella di una squadra florida, gagliarda e che da soddisfazioni ai propri sostenitori. In città, tutti aspettano da giorni, o forse per meglio dire dal 2011 in poi, la tanto decantata cessione societaria che più volte è stata annunciata a vele spiegate dal vulcanico, per usare un eufemismo, patron Maurizio Zamparini. C’è chi lo ringrazia, c’è chi lo contesta a gran voce, ma la cosa che ormai quasi tutti si aspettano è una sua uscita di scena definitiva per consentire di avviare un nuovo corso alla società siciliana.
Che sia londinese, quotata in borsa, multinazionale o del palazzo accanto, l’azienda che si spera dovrà prelevare il Palermo, questa settimana, è vista come una liberazione anche se agli occhi dei più scettici (e come dargli torto) il tutto può rivelarsi l’ennesima, inesorabile, presa in giro, che vuoi per coincidenze, vuoi per eventi non previsti, i tifosi rosanero si sono visti recapitare a partire dagli Arabi, passando per Frank Cascio, Paul Baccaglini, John Viola e tanti altri. E proprio a causa di un “imprevisto”, Lunedì è arrivata la solita “bomba” che potrebbe far saltare tutto: Zamparini, Giammarva e anche il giudice Sidoti, sono indagati nell’inchiesta relativa alla presunta sentenza pilotata per quanto riguarda il fallimento del Palermo, rigettato alcuni mesi fa dal tribunale dello stesso capoluogo siciliano. Lo stesso Zamparini questa mattina ha dichiarato di essere preoccupato per il buon esito della trattativa, visti gli intoppi che potrebbero sorgere con gli organi di controllo che regolano il mercato azionario a cui è iscritta la presunta azienda che dovrebbe rilevare il 100% delle azioni del Palermo Calcio. E di fronte a queste premesse, c’è già qualcuno che comincia a storcere il naso più del dovuto, credendo che ancora una volta salti il famigerato “closing”.
Qui comunque, non si tratta di capire chi è o chi sarà il presidente, non si tratta di capire chi è o chi non è colpevole di reati punibili penalmente e no, non si tratta neanche di capire come funziona una cessione societaria, quali sono i vincoli di una società quotata in borsa e come si arriva ad avere un buon piano di marketing per gestire una qualsiasi azienda. Il tifoso, deve tornare a fare il tifoso, deve poter essere libero di alzarsi il Lunedì mattina per guardare le pagelle sul giornale e se è il caso anche arrabbiarsi per la sconfitta della sua squadra subita nel fine settimana. Ci vuole chiarezza e soprattutto ci vuole tranquillità, cose che a Palermo, ad onor del vero, mancano da parecchio tempo.