Palermo-Juve Stabia. Escl. Davide Di Gennaro: «Noi eravamo una squadra fuori portata per la Serie B»
Una lunga carriera che l’ha visto protagonista anche in Serie B con le maglie di Palermo (con il quale ha vinto il campionato nella stagione 2013/2014) e Juve Stabia. Le due squadre, domenica, si sfideranno al ‘Renzo Barbera’ per la ventiduesima giornata di campionato. I rosanero, reduci dalla vittoria contro il Modena, cercano continuità, mentre la Juve Stabia, oggi quinta in classifica, spera di poter continuare a sognare.
Per analizzare questa sfida, ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com è intervenuto Davide Di Gennaro, ex centrocampista di entrambe le squadre.
Domenica al ‘Barbera’ andrà in scena la sfida Palermo-Juve Stabia, con i campani che, da neopromossi, stanno facendo molto bene, mentre i siciliani hanno registrato diversi passi falsi in questo campionato. Se l’aspettava?
«Devo dire di no. La Juve Stabia lo scorso anno ha vinto un campionato in maniera netta, ma non era pronosticabile che in questa stagione si confermasse in una categoria superiore. Questo vuol dire che vanno dati grandi meriti all’allenatore, che ha raggiunto una grande impresa e si sta confermando. Il Palermo ha altre aspirazioni, ma si trova a rincorrere i playoff perché ormai le prime posizioni sono distanti».
Il Palermo della stagione 2012/2013, del quale faceva parte lei, iniziò con delle difficoltà. Poi ci fu il cambio di allenatore, da Gattuso a Iachini, e arrivò la svolta che vi portò alla vittoria finale del campionato. Come si esce, secondo lei, dalle difficoltà?
«Da esterno è sempre difficile valutare le cose. La rosa è stata costruita per le prime posizioni, ma non sta andando come ci si aspettava. Ci sono dei problemi oggettivi che la squadra sta riscontrando. Noi eravamo una squadra fuori portata per la Serie B, ma dovevamo solo trovare l’amalgama. Con l’avvento di Iachini, facemmo ciò che dovevamo fare».
Di quel Palermo suo c’era Verre, che allora era giovanissimo.
«Quando era con noi, si vedevano già le sue doti importanti. Mi fa piacere che sia tornato a Palermo e che si stia ritagliando un ruolo da protagonista con la maglia rosanero».
La Juve Stabia ha confermato gran parte della squadra che lo scorso anno ha vinto il campionato di Serie C e sta facendo bene. Lei ha giocato in Serie B e Serie C: ma il salto si avverte veramente?
«Lo dico sempre, il salto si avverte dalla D alla C e dalla B alla A. Tra Serie B e Serie C, le differenze non sono così nette. Per questo, negli anni, abbiamo visto squadre fare il doppio salto. La Juve Stabia ha grandi meriti, soprattutto grazie a Pagliuca, che è molto preparato. Ma anche il gruppo, con i giusti correttivi, si è saputo confermare».
Lei domenica farà il tifo per una delle due squadre?
«Tra le due non c’è paragone. A Palermo sono stato benissimo, ho vinto un campionato ed è una piazza blasonata. Vincere in Serie B non è facile perché è un campionato lungo e la differenza la fa la continuità. A Castellammare ho vissuto un campionato subito dopo il Covid, e la situazione non era delle migliori».
Sente ancora qualche ex compagno del Palermo?
«Sento spesso Roberto Vitiello. Siamo in ottimi rapporti e durante le festività pasquali andrò a trovarlo a Londra, dove sta facendo benissimo come allenatore (è il secondo di Maresca al Chelsea, ndr). Non avevo dubbi sul suo successo, perché è stato un vero esempio da calciatore. Sento anche Gennaro Troianiello, e sono felice per quanto sta facendo al Parma con Pecchia. Quello era un gruppo forte, formato da bravissimi ragazzi».
Ha un ricordo legato a Zamparini?
«Era un presidente particolare, non era facile avere a che fare con lui. Ci teneva molto alle vicissitudini della squadra e, alcune volte, era invadente con gli allenatori. Fu anche il motivo dello scontro con Gattuso, che ha un carattere energico. Iachini riuscì un po’ a tenerlo a bada perché lo conosceva benissimo».