L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sui precedenti del Palermo agli spareggi.
Questione di feeling. Quello che tra il Palermo e i playoff, in quasi settant’anni di storia, non è mai sbocciato. Che servano per salire di categoria o per evitare la retrocessione, gli spareggi di fine anno sono un tabù in viale del Fante. Un tabù da sfatare, inevitabilmente, per centrare l’obiettivo della Serie B dopo una stagione chiusa al terzo posto. L’ultima chance passa da quei playoff che hanno sempre fatto male ai rosanero, a prescindere dalla categoria. Sia che si tratti di scontri diretti dopo un arrivo a pari punti, sia che si tratti di fasi finali aggiuntive, come la Serie C prevede ormai da decenni.
Una storia con poco rosa e molto nero, che inizia addirittura dal 1954. In Serie A, in quel caso, ma ai tempi non era questione né di playoff, né di play-out: un normale arrivo a pari punti a tre squadre, tra Palermo, Spal e Udinese, con un triangolare decisivo per decretare l’ultima retrocessa in Serie B, oltre al Legnano. I rosanero pareggiarono con i friulani a Firenze e persero con gli estensi a Roma, nel match che condannò la squadra allora guidata da Nicolosi al ritorno tra i cadetti. Per più di quarant’anni, nel capoluogo siciliano non si parlerà più di spareggi. Suo malgrado, il Palermo di Arcoleo si ritroverà costretto a giocarne uno nel 1998, due anni dopo la «sbornia» dei «picciotti» che sognarono la promozione in Serie A. Un sogno durato pochissimo, talmente poco che un paio di stagioni bastarono per far sprofondare i rosanero in Serie C-2. Sul campo, almeno, dove vennero spediti in quarta serie dalla Battipagliese.
Una disfatta in piena regola, al termine di una stagione disgraziata, in cui la squadra venne inizialmente affidata a Rumignani, per tentare la risalita in B dopo la cocente retrocessione dell’anno prima. Nulla girò per il verso giusto e la vittoria all’ult ima giornata sulla Fermana per 4-1 non bastò ad evitare i play-out, dopo una serie di otto partite senza successi. Il Palermo si giocò la salvezza con la Battipagliese, giunta a soli tre punti dall’ultimo posto, ma i campani si fecero bastare l’1-0 casalingo dell’andata, festeggiando la permanenza in C-1 con lo 0-0 alla «Favorita».
Il ripescaggio, per effetto della radiazione dell’Ischia Isolaverde, rilanciò le ambizioni del Palermo. Dopo una lunga battaglia al vertice, nel 1999 venne sorpassato alla penultima curva da quella Fermana che giusto un anno prima lottava con i rosa per evitare i play-out. Marchigiani in B, Palermo ai play-off e, ancora una volta, ecco la beffa. Il Savoia, qualificatosi per ultimo grazie agli scontri di Castel di Sangro-Nocerina (che arrivarono a pari punti con i bianchi), batté la squadra di Morgia per 1-0 sia all’andata che al ritorno, per poi superare la Juve Stabia in finale e centrare la promozione. Una storia fatta di beffe, quella del Palermo nei play-off di fine stagione.
Anche in Serie B, nell’unica volta in cui vi ha preso parte: la finale di Frosinone del 2018 rimane una delle pagine più buie del torneo cadetto, tanto da avere strascichi legali che si sono protratti fino a pochi giorni fa. Nel 2019, poi, ci pensò la giustizia sportiva ad estromettere il club (giunto terzo sul campo) dalla lotta per l’ultimo posto sul treno per la A. Infine, l’anno scorso, il doppio confronto con l’Avel – lino spense anzitempo i sogni di gloria di un Palermo chiamato oggi a provarci di nuovo. Per porre fine ad una maledizione che dura da quasi settant’anni.