L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Palermo in serie B e in particolar modo su Mirri che ha riscritto la storia di questo club.
Un trionfo targato Dario Mirri che ha dato vita al sogno della rinascita. Tre anni fa un città piangeva per il fallimento del Palermo non avendo certezze sul futuro. Il presidente tifoso ha ridato vigore alle prospettive partendo dai dilettanti e restituendo un futuro a una piazza che ieri sera è tornata nel calcio che conta. Perché due promozioni in tre anni non sono scontate. Un’impresa dal sapore particolare per Mirri, il pronipote del “presidentissimo” Renzo Barbera, a cui è intitolato anche lo stadio, che ha coronato un sogno cullato fin da ragazzo quando sedeva in gradinata: diventare un giorno il presidente per scrivere una pagina importante della squadra del cuore.
Dal 2019, anno in cui rilevò il titolo di Serie D dalle mani del sindaco Orlando, dopo il fallimento di Arkus Network ne è passata di acqua sotto ponti: la pandemia ha frustrato in parte i progetti di rilancio verso il calcio che conta, c’è stato il divorzio dal socio di minoranza, Tony Di Piazza con il quale c’è un contenzioso in atto, sono stati commessi alcuni errori e operate alcune correzioni nella speranza di arrivare alla fine del programma triennale presentato nel bando col raggiungimento di un obiettivo importante. Dopo la vittoria del campionato di D il cammino non è stato semplice e forse proprio per questo aver centrato il salto in Serie B ha un sapore più deciso.
Al secondo tentativo Per riuscirci negli ultimi due anni sono serviti tre allenatori, due esoneri e qualche scommessa, per via di un budget via via non più florido. Da Boscaglia a Baldini passando per il debuttante Filippi, un mercato concreto in estate che, è andato a correggere quello della stagione precedente dal quale è arrivato Brunori, sconosciuto a molti, ma non agli addetti ai lavori. Ma dove Mirri ha giocato l’all-in è stato a gennaio, decidendo di cambiare il manico piuttosto che provare a rinforzare la squadra. Scegliendo Baldini ha sposato la visione fuori dagli schemi del tecnico toscano che puntando sulle emozioni e i sentimenti ha fatto breccia in tutti, giocatori e dirigenti, diventando il capopopolo di una città. All’inizio ha fatto fatica, poi ha trovato la chiave facendo un capolavoro ai playoff. La settima promozione in Serie B della storia del club reca il nome di Mirri e, questa volta, l’ha potuta festeggiare con i suoi concittadini, come non aveva potuto fare nel 2020 a causa del Covid-19. Adesso che il Palermo ha trovato la collocazione che più gli compete, il futuro sarà certamente più rosa che nero.