L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla piscina comunale di Palermo e la figuraccia europea.
Se l’anno scorso, proprio a ottobre, la figuraccia era stata non riuscire a garantire l’agibilità delle tribune e giocare con gli spalti chiusi, questa volta l’umiliazione internazionale è mandare una lettera alla Lega Europea del Nuoto per ritirarsi: «Ci dispiace, ma non siamo in grado di ospitare il secondo turno della Euro Cup di pallanuoto». Nella rinuncia del Telimar a organizzare la seconda fase della coppa tra il 29 e il 31 ottobre, perché il Comune non è in grado di garantire se la legionella per fine mese sarà debellata, non sfuma solo l’occasione di vedere i campioni ungheresi, spagnoli, greci o croati giocare a Palermo. Ma è la testimonianza dell’inesorabile agonia degli impianti sportivi della città e l’impossibilità di dare risposte amministrative efficaci.
Sport in cattive acque. Basta ripercorrere i fatti. Sabato 1 ottobre sono stati trovati dei valori del batterio della legionella superiori alla soglia consentita e la piscina comunale è stata chiusa. Dopo la sanificazione e la pulizia delle condutture, soltanto il 5 ottobre sono stati fatti i campionamenti che hanno bisogno di altri 12 giorni di attesa e quindi sarebbero disponibili non prima di lunedì. Troppe incertezze per il Telimar che intanto è in Slovenia per il primo turno della coppa europea e ha dovuto mandare una lettera alla federazione per disdire l’impegno e non rischiare sanzioni. «Abbiamo forzatamente dovuto rinunciare alla organizzazione di questo prestigioso evento, a causa dei problemi rispetto ai quali il Comune non ha potuto in alcun modo rassicurarci – dice amareggiato il presidente del Telimar Marcello Giliberti – La prossima partita casalinga sarà l’esordio in campionato di serie A1 nel derby contro l’Ortigia Siracusadel 2 novembre: ci aspettiamo che i problemi della piscina siano risolti e che l’agibilità sia rinnovata».
Il Comune, che aveva ipotizzato una riapertura tra il 19 e il 20 ottobre, attende gli esiti delle analisi: «Siamo amareggiati anche noi per quanto è successo e stiamo lavorando nel modo più veloce possibile per riaprire l’impianto la prossima settimana, ma le tempistiche non sembrano compatibili con le esigenze della manifestazione sportiva – dice l’assessora allo Sport Sabrina Figuccia – Abbiamo ordinato anche degli speciali macchinari che consentiranno di prevenire la proliferazione dei batteri che evidentemente provengono dalle vecchie tubature». Lo spettro è che si ripeta quanto avvenuto a gennaio scorso, quando la vecchia amministrazione aveva previsto 12 giorni ritornare alla normalità, che poi si sono trasformati in un mese.