L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sugli arrivi in rosanero nel mercato di gennaio negli anni passati, tra meteore e grandi campioni.
Gennaio, mese di speranze e mese di affanni. Mese di colpi, ma anche di delusioni. Nel passato, il Palermo non si è certo risparmiato. Né da un fronte, né dall’altro, in quella che spesso viene definita una finestra di «riparazione». Ne sa qualcosa proprio Baldini, che ha visto nel mercato invernale del 2004 la goccia su un vaso ormai in bilico da mesi, quello del suo rapporto con Zamparini.
Non voleva nessuno, il tecnico toscano. Si vide arrivare Jeda e i gemelli Filippini, schierati tutti titolari alla prima occasione utile: sconfitta in casa con la Salernitana, scambi di «complimenti» a mezzo stampa con l’allora patron e via con l’esonero. Qualche giorno dopo, il mercato del Palermo si chiuse col botto: Biava e Grosso. Il terzino sinistro a gennaio, d’altronde, è diventata una sorta di prassi per il club di viale del Fante. Nel gennaio 2008, Foschi piazzò il colpo Balzaretti, per cercare di risollevare un’annata altalenante. Va anche detto che, su quella fascia, gli altri non ebbero particolare fortuna: Savini nel 2009, Calderoni nel 2010, Dossena nel 2013 e Fiore nel 2018 si rivelarono delle meteore. Andò un po’ meglio a Lazaar, arrivato insieme a Vitiello e Maresca nel 2014, con i rosa proiettati verso il ritorno in Serie A.
Nell’era Zamparini, almeno nei primi anni, la sessione invernale si è rivelata spesso una soluzione utile per raddrizzare le stagioni iniziate male. Come nel 2006, a cavallo tra l’esonero di Delneri e l’ingaggio di Papadopulo. Già era stato preso Di Michele dall’Udinese (presentatosi con una doppietta al Parma), ma sul gong venne riportato a casa Giovanni Tedesco, che in rosanero chiuderà la carriera con 93 presenze e 10 reti. Nel 2012 arrivarono Viviano è Vazquez mentre l’anno dopo, dei 10 acquisti fatti con Lo Monaco in dirigenza, l’unico rivelatosi utile fu Sorrentino. Se le cose andavano bene, invece, gennaio diventava un mese vuoto. Nel 2005 e nel 2007, il Palermo si mosse solo per rimpiazzare partenti e infortunati. Salutato Farias, al primo anno di A venne preso Possanzini. Con Amauri ko, invece, si puntò tutto sullo sconosciuto Matusiak ma Foschi ebbe l’intuizione di portare in Sicilia un ragazzino dall’Uruguay: presentato col connazionale Giacomazzi e col rientrante Ciaramitaro, Cavani è stato a posteriori uno dei più grandi colpi di mercato di sempre per i rosa.