Palermo, in cella la talpa del palazzo di giustizia
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si soffferma sulla talpa del palazzo di giustizia a Palermo.
I fascicoli secretati di indagini in cors0 in Procura, ancora rilegati dentro una carpetta rosa e una busta bianca. Facevano una fermata inattesa (e decisamente non legale) nel portaoggetti dello scooter di un commesso giudiziario, un lavoratore del bacino ex Pip, al quale venivano affidati per il trasporto interno da un piano all’altro del palazzo di giustizia.
Ma che invece, Feliciano Leto, classe 1978, sfilava per qualche ora dal carrello riempito negli uffici dei pm per portarli a destinazione dei soggetti sotto inchiesta che potevano consultare accuse e intercettazioni prima di essere ufficialmente accusati dei reati. O, più agilmente, Leto si prendeva il tempo tra un corridoio e l’ascensore per aprirli, leggere, fotografare e informare gli indagati delle «prove» che la magistratura aveva raccolto a loro carico. Rovinando sorpresa ed effetti, in qualche caso. Si parla di inchieste su rapine a mano armata, ma anche su traffico di armi e corruzione e falso.
Ora la «talpa» è stata arrestata dalla squadra mobile: dovrà rispondere di favoreggiamento, continuato e aggravato, e per altri reati connessi. Il commesso, per il procuratore capo Maurizio de Lucia, è «il punto di riferimento per i diversi soggetti del circuito criminale cittadino che intendono verificare esistenza e lo stato di indagini a loro carico». L’operazione di ieri fa parte di una più ampia attività, da sempre prioritaria per il procuratore capo e volta a salvaguardare la riservatezza delle delicatissime indagini trattate e, quindi, alla individuazione di talpe che, ciclicamente, cercano di interferire nella corretta amministrazione della giustizia».