Palermo, in attacco qualcosa non gira alla perfezione
Nessuno può mai mettere in dubbio la qualità dell’attacco rosanero quest’anno. Gli uomini presi e quelli rimasti riescono a completare un reparto offensivo e a renderlo vario, vasto e di primo livello in Serie B. Chiunque, dai titolari ai subentrati, può dare una mano dall’inizio o risolvere a gara in corso come spesso successo in queste prime dieci giornate. Se da un lato, però, il Palermo concretizza e si dimostra cinico, dal lato diametralmente opposto non tutto funziona a meraviglia con diversi elementi che faticano a dimostrarsi letali, nonostante le buone prestazioni. Sarà ora di cambiare qualcosa?
Certamente la consapevolezza di avere in squadra elementi in grado di spaccare o raddrizzare le partite permette a mister Corini di analizzare la gara fino in fondo per poter valutare, in linee generali, qualsiasi piega o sfaccettatura possa prendere un match. Ogni gara, però, sarà a sé e non tutte le partite potranno vivere, purtroppo, di uno stesso epilogo. Il solo gol a testa realizzato da Di Francesco e da Insigne e i tre gol messi a segno dal capitano Brunori (nella tripletta realizzata al Venezia), i tre uomini partiti titolari nelle ultime uscite, non possono bastare. Eppure il capitano rosanero, nella trasferta in laguna, sembrava potesse aver cancellato tutte le critiche e qualsiasi dubbio stesse iniziando a nascere sul suo conto con una tripletta da bomber vero che ha regalato i tre punti ai rosa. Di certo le 17 reti messe a segno nella passata stagione non possono essere dimenticate, ma l’impressione sempre più frequente, almeno fino a questo momento, è di un Brunori non solo poco presente in fase realizzativa ma anche fuori dai meccanismi di gioco dei rosanero. A differenza della passata stagione, dove in attacco le scelte erano quasi sempre praticamente obbligate, l’asticella è stata alzata e la concorrenza adesso è molto più spietata, e chissà se non sia proprio questo, paradossalmente, il problema alla base della carenza realizzativa. Nel calcio moderno, però, non si può campare di rendita specialmente con un obiettivo così grande da centrare come quello della promozione e nel frattempo ad attendere una chance ci sono Soleri e Mancuso due che nella gara contro lo Spezia, e non solo, hanno inciso e deciso. La chiara impressione è che nelle gerarchie l’attaccante ex Como parta nettamente in avanti rispetto al numero 27, sempre acclamato dai tifosi, e la percezione è che, Mancuso, stia bene e sia quasi sempre pronto e reattivo per buttarla dentro. Non sarà di certo un caso se il numero 7 stia diventando quasi una sentenza e chissà se da qui a qualche giornata non troppo lontana riesca anche a strappare qualche presenza in più da titolare.
Intanto la squadra si gode un posto nel podio del campionato cadetto con una giornata ancora da recuperare. La prossima sfida contro il Lecco al Barbera, ultima in classifica e seconda peggior difesa del campionato (16 gol subiti) reduce però dalla vittoria esterna a Pisa, chissà se non possa essere d’aiuto agli attaccanti rosanero per sbloccarsi definitivamente e lanciare un segnale importante al mister, ai compagni e alla piazza. Senza dubbio il Palermo avrà bisogno dei gol suo capitano, ma il calcio è uno sport fisico e mentale e sarebbe un errore ed uno sbaglio non dar spazio dall’inizio a chi, in questo momento, sembra stia meglio fisicamente, mentalmente e si dimostra essere più amalgamato nei meccanismi di gioco.