L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul ritmo del Palermo.
Per appurare che non basta essere primi dopo otto partite per avere la certezza di chiudere in vetta è sufficiente tornare alla scorsa stagione: Bari e Reggina, al comando con 18 punti, chiusero rispettivamente al terzo e settimo posto, senza che nessuna delle due riuscisse a centrare la Serie A (per quanto i pugliesi ci andarono vicinissimi). Uno scenario simile rappresenta tutta- via più un’eccezione che una regola e l’avvio del Palermo è stato decisamente convincente, sul piano del gioco come dei risultati.
I 12 punti in più rispetto al 2022/23 sono figli di una mentalità diversa, per un obiettivo che non è più il consolidamento in un campionato ritrovato dopo tre anni bensì la promozione in massima serie, possibilmente senza passare dal campo minato dei play-off: l’inizio shock, con il pareggio di Bari in doppia superiorità numerica, è stato subito cancellato da sei vittorie nelle successive sette partite, inframmezzate solo dalla sconfitta interna con il Cosenza. Corini arriva alla seconda sosta a quota 19, a -1 dal Parma in vetta ma con ancora la gara con il Brescia da recuperare: la media punti di 2,37 non è solo la migliore per lui in carriera, ma anche per il Palermo in Serie B
I rosa non sono mai stati perfetti nelle partenze, nemmeno quando sono comunque riusciti a centrare la promozione: nelle prime otto gare del 2003/04 i punti erano 15 (media 1.87), mentre nel 2013/14 appena 11 (1,37), anche se in quest’ultimo caso Iachini fu capace di conquistarne 75 nelle 30 partite successive. Stavolta, oltre che per la classifica, Corini può sorridere anche per il numero di gol fatti (14) e subiti (4): se in attacco meglio del Palermo hanno fatto solo Parma {18) e Catanzaro (15), entrambe con una gara in più, in difesa solo il Brescia ha incassato meno reti (2), ma ha tre partite da recuperare e una di queste sarà proprio al Barbera l’8 novembre.