L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul problema a centrocampo del Palermo.
Inutile fare paragoni con il cammino della scorsa stagione, quando il Palermo in trasferta vinse le ultime sei gare giocare, due a chiusura della regular season e tutte quelle disputare durante i playoff. Da allora è cambiato tutto: il campionato, l’allenatore, la squadra. La qualità degli avversari, il modo di stare in campo, perfino la proprietà. Inizialmente Corini aveva provato a dare al Palermo un’impostazione offensiva, cercando di recuperare palla già nella metà campo avversaria, ma col passare delle settimane e il susseguirsi delle sconfitta certe convinzioni sono venure meno, è subentrata la paura, il pallone è cominciato a diventare pesante e Corini ha dovuto provare strade alternative che finora non hanno dato esiti importanti.
Il problema? A centrocampo: poco filtro e pochi rifornimenti per gli attaccante. E così, Corini ha deciso di rinunciare a un po’ di qualità, togliendo Stulac e Saric, per inserire più muscoli e corsa, con Gomes e Broh. Così facendo però il Palermo è diventato ancora più prevedibile, come si è visto col Cittadella. L’impressione è che attualmente la coperta sia corta e che la crescita del Palermo passi necessariamente dal pieno di recupero dell’unico centrocampista in organico capace di dare geometrie.