Palermo. Il pienone fa paura o aiuta? Prima lo spavento, poi la festa: l’effetto «Barbera» si fa sentire
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’effetto del Renzo Barbera pieno sulla prestazione della squadra.
Il pienone fa paura o il pienone aiuta? Baldini, la risposta, l’ha già data più volte. Le partite, di fatto, gli danno ragione. Perché se è vero che il Palermo soffre un po’ il «miedo escenico» del proprio stadio, forse pure più degli avversari, è innegabile che la spinta per rimediare arrivi sempre dalla gente sugli spalti. E alla fine, il risultato è sempre quello. Palermo-Triestina e Palermo-Entella dicono che la marea rosanero attorno al campo si è rivelata fondamentale per evitare il peggio. L’ultima sfida, anzi, dice pure che non è certo per gli oltre trentamila presenti che il Palermo si ritrova ad inseguire, in queste situazioni. Brunori aveva preso un palo e Floriano, sulla ribattuta, aveva pure segnato. Soleri s’è visto respingere un pallone sulla linea. L’intervento di Sadiki in area poteva essere sanzionato con un rigore. Tutti episodi che avrebbero potuto portare il match in una direzione totalmente diversa da quella in cui, alla fine, è andato, con un altro rigore – stavolta fischiato, benché dubbio – trasformato da Merkaj per il vantaggio dei liguri.
Poteva essere una partita completamente diversa, nel catino infernale del «Barbera». Invece, suo malgrado, il Palermo si è trovato costretto ancora una volta ad inseguire, sospinto da 33.024 tifosi chiamati a giocare con gli altri undici in maglia rosanero. La loro presenza si è sentita tutta, sul gol di Soleri e ancor di più sulla sforbiciata di Fella, che ha portato di peso tutta una città in semifinale. Più o meno come per la partita con la Triestina, dove probabilmente lo «shock» emotivo all’inizio è stato patito dalla squadra, ma dopo il gol del momentaneo vantaggio di Litteri si è trasformato in energia da spingere in rete, come il tiro di Luperini per il pareggio allo scadere. Una spinta per tirare il Palermo fuori dalle sabbie mobili, non per affondarlo come qualcuno, malignamente, sarebbe pronto a pensare. Perché se gli uomini di Baldini si sono trovati sotto nel punteggio, almeno sabato sera, non è stato certo per timore del «Barbera». Le gambe non tremavano e si è visto per tutto il primo tempo. Poi, è chiaro, ogni volta che allo stadio si presentano più di 10 mila spettatori, qualcosa non gira per il verso giusto. Col Bari, pur giocando larga parte del match in superiorità numerica, non si è andati oltre lo 0-0. Con la Fidelis Andria, i rosa hanno dovuto inseguire per quasi tutta la durata della partita, sbagliando pure un rigore prima di trovare il pareggio all’85’.