Palermo, il Palermo e Zamparini: l’unione d’intenti può essere un ingrediente fondamentale per la salvezza

Già da diverse settimane in casa Palermo si respira un’aria pesante. Prima l’esonero di Beppe Iachini ed il conseguente ritorno di Davide Ballardini sulla panchina rosanero, poi le sconfitte in campionato e Tim Cup arrivate a seguito di brutte prestazioni, senza considerare la decisione di escludere dal progetto tecnico giocatori d’esperienza come Enzo Maresca e Luca Rigoni e con loro anche Fabio Daprelà.

Situazioni, queste, che non sempre hanno incontrato il favore della maggior parte della tifoseria palermitana. Nell’ultima settimana, infatti, una grande fetta del pubblico rosanero ha cominciato a contestare platealmente l’operato del club di viale del Fante e le prestazioni insufficienti della squadra. Tra chi ha scelto di lamentarsi attraverso i più noti social e chi ha deciso di “scendere in piazza” (vedi striscioni esposti sui cancelli del “Renzo Barbera” e tifosi accorsi direttamente al “Tenente Onorato”), il malumore generale è quanto mai evidente e rischia di avere ripercussioni sul futuro del campionato del Palermo.

È vero, le contestazioni hanno da sempre fatto parte del gioco. Nessun presidente, nessuna società e nessun calciatore può infatti pensare (o pretendere) di incontrare ad occhi chiusi e quasi per “partito preso” il favore del pubblico. Per ottenerlo servono i fatti e, purtroppo, in quest’ultimo periodo nel capoluogo siciliano di fatti se ne sono visti ben pochi. Ad esempio, l’acquisto di due giovani, seppur promettenti, non può bastare da solo a sanare la spaccatura che si è ormai creata all’interno dell’ambiente rosanero.

È anche vero però che il momento di crisi del Palermo è uno di quelli che, almeno ad oggi, non sembra avere vie d’uscita. Nessuna luce in fondo al tunnel, soltanto la flebile fiamma di una candela chiamata “tre punti contro il Frosinone”. Una fiamma debole al punto tale che potrebbe spegnersi anche in caso di successo contro i ciociari. Per intenderci, un po’ come avvenuto contro il Chievo prima dell’esonero di Beppe Iachini.

Insomma, stando così le cose, remare da parti opposte non aiuterà e si rischia anzi di entrare in un circolo vizioso. I tifosi delusi protestano, i giocatori contestati si spengono, il presidente amareggiato sbotta. È tutto un concatenarsi di reazioni, nessuna più o meno giustificabile delle altre. Palermo però merita la serie A e l’unione d’intenti potrebbe essere uno degli ingredienti fondamentali per quel miraggio chiamato salvezza.