L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul modulo di Corini.
I risultati stanno tornando, il gioco è in progressivo miglioramento e le evoluzioni tattiche sono significative: in poche settimane Corini ha consolidato la sua permanenza sulla panchina del Palermo dopo essere stato a più riprese sulla graticola. Nella notte successiva alla sconfitta con il Catanzaro, la quarta in casa, il tecnico era appeso a un filo, quello delle gare successive: qui però i rosa sono tornati a muovere la classifica, rinsaldando la posizione del loro condottiero che, dal canto suo, ha avuto il merito di sviluppare qualcosa di diverso da quanto fatto in precedenza.
Dopo il 3-3 di Parma, prima gara con l’organico quasi al completo dopo tanto tempo, uno dei rimproveri mossi a Corini riguardava il mancato cambio di modulo in corso d’opera allo scopo di coprirsi, soprattutto dopo che i ducali avevano accorciato le distanze con Estevez: il Palermo finì quella partita con lo stesso 4-3-3 di partenza, incassando nel recupero i gol che permisero al Parma di pareggiare. Quella lezione sembra però essere stata imparata, come testimoniano le partite successive: contro il Pisa il passaggio al 4-2-4, dopo il pari di Valoti e l’espulsione di Marin, si è rivelato determinante per portare a casa i tre punti. Con il Como la scelta di inserire nel finale Mateju al posto di Insigne era in linea con la volontà di difendere il risultato dopo il 2-3 di Graves: a vanificare tale proposito è stato un errore individuale indipendente da ragioni tattiche, ovvero il fallo da rigore di Marconi su Curto.
Contro la Cremonese il Palermo ha vinto perché, in un momento in cui i grigiorossi sembravano aver preso le misure al tridente d’attacco, il cambio di modulo ha tolto ogni riferimento agli avversari: il 2-2 è arrivato in contropiede, mentre la punizione del 3-2 nasce da un duello vinto due volte dai rosa a ridosso dell’area di Jungdal. Un eventuale pareggio avrebbe sicuramente fatto meno male rispetto a quelli di Parma e Como, ma averlo trasformato in vittoria dà ulteriore consapevolezza sui mezzi della squadra e sulle prospettive per il 2024: in questo senso saper ricorrere a schemi diversi all’interno della stessa partita costituisce una bella prova di forza.