Palermo, il mercato regala piccoli e grandi sogni: dal gioco al talento e la “garra”
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul calciomercato del Palermo.
Se il buongiorno si vede dal mattino, se chi ben comincia è a metà dell’opera, se il cammino non è difficile ma il primo passo si, allora il Palermo ha iniziato la stagione con il piede giusto. Frasi fatte, ma che rendono l’idea, sebbene di “se” e di “ma” ne son piene le fosse. Stando ai sussurri e alle grida di questi giorni, il club sta lavorando di buona lena su diversi fronti. Il mercato regala piccoli e grandi sogni. Lucioni è solido. con Insigne può essere considerato un talismano poiché insieme hanno appena vinto la B con il Frosinone.
Ceccaroni e Mancuso hanno carisma, Vasic è scommessa in prospettiva. Il torneo cadetto non è di certo un affare per “signorine”. Tutti, in teoria, sono garanzia di tenuta e personalità, grinta e spirito combattivo: gli uruguagi e gli argentini la chiamano *garra” tradotto artiglio. Loro se ne intendono di graffiare, nel senso di agonismo esasperato. Anzi, la Treccani va oltre: “garra charrua” è un misto di tenacia e coraggio abbinata a una feroce volontà di reagire alle avversità. Insomma significa avere carattere all’ennesima potenza.
Questo, oltre al talento e al gioco, serve per vincere il campionato. Ci sono fili sottili che legano i vent’anni trascorsi dalla promozione del 2004 da quella auspicabile del 2024. Corini sbarcò dal quieto Chievo mentre Rinaudo prendeva le valige per Salerno. Ora lavorano all’unisono. Oltre a Toni fiore all’occhiello, Rino Foschi ebbe la felice intuizione di chiamare i gemelli Filippini a gennaio. gente che di “garra” ne aveva da vendere.