Palermo, il mediano diventa trequartista: il 4-2-3-1 è un’opzione in più
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul Palermo e sulle scelte di Corini.
Uno dei principali dubbi di Corini in vista del Cittadella riguarda il modulo con cui scendere in campo: contro il Brescia infatti il consueto 4-3-3 ha lasciato spazio a un 4-2-3-1 in cui i muscoli si bilanciavano con gli inserimenti. Non a caso a decidere il match è stato il centrocampista dalla prestanza fisica più importante, ovvero Coulibaly, con un colpo di testa perfetto alle spalle della difesa avversaria: proprio la posizione del senegalese ha lasciato intendere, fin dai primi minuti, che qualcosa dal punto di vista tattico era cambiato.
La gara con le «rondinelle» è stata la seconda in campionato in cui il tecnico ha azzardato il 4-2-3-1: lo aveva già fatto a Modena con eccellenti risultati, dato che la batteria di trequartisti composta da Insigne, Henderson e Di Francesco aveva dato spettacolo; lo scozzese aveva regalato giocate di alta qualità e sbloccato la partita con un sinistro al volo, gli esterni avevano mandato in tilt la retroguardia di Bianco con la loro velocità (ne sa qualcosa Oukhadda, espulso a metà primo tempo per fallo da ultimo uomo sul numero 17).
Stavolta Corini ha cambiato tutti e tre gli effettivi, mettendo Valente a destra, Coulibaly centrale e Mancuso a sinistra: quest’ultimo è apparso un po’ più in difficoltà rispetto ai compagni di reparto, sacrificandosi da esterno e accentrandosi meno del solito per duellare con i difensori del Brescia. Molto più in palla gli altri due: il numero 30 ha dimostrato che quella zona di campo è ancora il suo territorio, il senegalese nonostante la posizione insolita ha regalato ai rosa tre punti pesantissimi. Anche il duo di centrocampo composto da Stulac e Gomes ha retto bene al nuovo modulo, vincendo buona parte dei duelli con la mediana di Gastaldello e ripiegando in difesa quando la situazione lo richiedeva.