Palermo, il bue e l’asinello
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul ritorno di Silvio Baldini al Palermo.
Tu scendi dalle stelle… Tra Filippi e Baldini la differenza è solo formale, dipende da come si guarda la prospettiva: uno che se ne va dopo aver toccato il cielo con un dito (era l’occasione della vita per il tecnico di Partinico), un altro che ritorna dopo quasi vent’anni nel ruolo di un messia profano.
Piccole domande. Quali colpe paga Filippi? La mancanza di identità e di gioco? Ma c’era veramente qualche uomo di buona volontà che equiparava i rosa al Bari? Quando a Latina – in poco più di mezz’ora – resti in nove e sei sotto di un gol per tre corbellerie, il responsabile è l’allenatore? Tant’è, così rotola il pallone, il capro espiatorio è sempre lo stesso. Lungi dal difendere il buon Giacomo, anche lui ha parecchie cose da farsi perdonare. Ma non ne avrà più il tempo.
Adesso è il turno del prode Silvio, fiero innovatore e appassionato fautore del gioco offensivo. Il ricordo personale in quel di Sestola è di un uomo senza fronzoli, abile interlocutore con i giocatori e con i giornalisti. Una mattina, in piscina, tenne un lectio magistralis ai presenti mentre i ragazzi nuotavano e Vasari trainava con una corda a bordo vasca il povero Ongfiang dentro una ciambella di salvataggio.
Avrà bisogno di rinforzi, Baldini, non potrebbe essere diversamente. Alcuni rosa è probabile che facciano le valigie. A meno undici dalla vetta è come stare al freddo e al gelo e per avere un po’ di calore serviranno il bue è l’asinello.