Che non sarebbe stata una gara semplice, lo si sapeva già. Il Napoli non è un avversario con cui il Palermo può riuscire a fare la partita: e così è stato. La squadra rosanero, infatti, nella prima frazione ha cercato di contenere i partenopei, riuscendoci anche bene, stando: corta, compatta e sempre dietro la linea della palla, in attesa di un eventuale contropiede.
L’interpretazione e la preparazione della partita fatta De Zerbi, ieri sera sostituito in panchina dal suo vice Possanzini, è stata perfetta. Bisognava giocare d’attesa ed aspettare la ripartenza. Anche la scelta dell’11 titolare era volta a questa tipologia di impostazione della partita. L’unico errore (se così si può chiamare) imputabile all’ex allenatore del Foggia, potrebbe essere la sostituzione di Carlos Embalo.
L’ex esterno del Brescia, infatti, non stava fornendo una grossa prestazione sul piano offensivo, dove ha sbagliato diversi appoggi, ma a livello generale di squadra dava equilibrio. Il numero 11 rosanero, infatti, riusciva a coprire, con l’aiuto di Rispoli, la corsia destra dove agiva Insigne. Con l’uscita di Embalo e l’ingresso di Nestorovski, Diamanti è scivolato sull’esterno, mentre l’ex centravanti dell’Inter Zapresic si è posizionato al centro dell’attacco con il compito di dare profondità alla squadra. Con questo schieramento, però, è venuto a mancare un uomo sulla corsia che raddoppiasse la marcatura su Insigne, che con la sua velocità ha costretto la difesa rosanero ad allargare le proprie maglie. La stessa coppia De Zerbi-Possanzini, infatti, dopo l’uno-due letale del Napoli ha preferito mettere Nestorovski sulla corsia, posizionando di nuovo Diamanti centravanti.
Quasi sicuramente, a prescindere da questo cambio azzardato, il Napoli sarebbe uscito dal “Renzo Barbera” con il bottino pieno. La nota positiva di questa gara è sicuramente l’idea di gioco che ha provato a dare l’allenatore bresciano. Si sono visti coraggio e sicurezza dei propri mezzi nei primi 45′, con i giocatori che in campo sapevano ciò che dovevano fare, anche se in attacco sono stati poco incisivi. Assente, invece, quella “confusione” a cui tirosi e addetti ai lavori si erano ormai quasi abituati.
A De Zerbi adesso bisogna dare tempo. L’ex tecnico del Foggia è uno con le idee chiare, saprà cosa fare. Il suo tipo di gioco deve essere compreso da tutta la rosa, in maniera tale che la squadra possa muoversi in modo coeso ed armonioso, soprattutto in fase di possesso palla. I presupposti visti nei primi 45′ sono buoni, ora sta all’allenatore classe ’79 riuscire a completare il lavoro iniziato pochi giorni fa.