L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul mercato di gennaio del Palermo risultato insufficiente.
Avevamo detto che c’erano già rimpianti la scorsa settimana, figurarsi dopo la sconfitta con il Francavilla. Il Palermo ha giocato meglio e creato di più dei pugliesi, ma se n’è tornato a casa con le solite mani vuote. Il calcio è un’equazione semplice: se non segni, non vinci. E il Palermo sabato s’è divorato l’impossibile. In più s’è fatto infilare (scena habitué in trasferta) nelle uniche vere occasioni create dal Francavilla.
Ingenuo Giron sul rigore (fischio generoso, ma anche con il Var la decisione non sarebbe cambiata), impreparato Pelagotti (e, ahimè, non è
la prima volta) sul raddoppio. Baldini un po’ di suo in questo Palermo ce l’ha messo, perché i rosa hanno schemi, arrivano facilmente davanti alle porte avversarie e creano tante palle gol. Ma Baldini, purtroppo, non è riuscito ad eliminare i vecchi vizi del Palermo, primo fra tutti la fragilità mentale. Le ripercussioni si vedono in classifica, dove – seppur con una partita in meno – la distanza dal secondo e terzo posto s’è dilatata (10 punti dal Catanzaro, 8
dallo stesso Francavilla).
Difficile ipotizzare che il Palermo possa recuperare tutto questo terreno, soprattutto se continuerà ad essere dottor Jeckyll e mister Hyde fra partite in casa e in trasferta. Ergo, i play-off saranno in salita come un anno fa. E questo deve fare riflettere la società, che a gennaio ha fatto poco o niente per rinforzare una squadra che aveva limiti evidenti. Non potevano certo essere Felici e Damiani a cambiare il Palermo. Il Catanzaro s’è incollato al Bari perché sul mercato ha preso giocatori pronti che hanno aiutato a migliorarsi anche quelli che già c’erano. A Palermo, invece, si è scommesso solo su un miracolo di Baldini.