L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su Andrea Caracciolo e i suoi trascorsi in rosanero, in particolar modo il quotidiano ricorda la gara contro il West Ham.
A quaranta anni suonati Andrea Caracciolo, detto l’«Airone», ha appeso le scarpe al chiodo. Ha giocato l’ultima stagione nel Lumezzane, nel campionato di Eccellenza, ha vinto il torneo ed è diventato il direttore sportivo del club lombardo. Nel Palermo ha giocato due stagioni, dal 2005 al 2007, fu acquistato dal Brescia per sostituire Luca Toni e non ne fu all’altezza, segnando solo 17 gol in due stagioni. Ma Caracciolo ha comunque lasciato il segno nella storia rosanero per quella rete a Londra sul campo del West Ham, che regalò al Palermo una delle vittorie più importanti di sempre.
Per il prestigio dell’avversario e per il contesto in cui si giocò. Quei mille fans rosanero che giovedì 14 settembre 2006 erano a Stratford, nello stadio di Upton Park che trasuda di calcio e di passione non dimenticheranno mai le emozioni di quella sera. La sera in cui l’«Airone» mise a tappeto Tevez e Mascherano con un gol alla fine del primo tempo che decise la gara contro ogni pronostico, anzitutto quello dei bookmakers inglesi. Una gara che valeva la qualificazione ai gironi di Coppa Uefa e che era stata anticipata dalla velenosa polemica delle magliette con cui a Londra era stato accolto il Palermo. Magliette nere con la scritta «The Hammers vs Mafia». Ma oltre alle magliette anche scritte ingiuriose sui muri vicini allo stadio. L’indignazione a Palermo fu forte, l’europarlamentare Giusto Catania presentò una interrogazione, il sindaco Cammarata protestò, insomma la partita si presentò subito bella «calda». E a renderla ancora più rovente ci pensarono i trentacinquemila tifosi del West Ham che riempirono il loro vecchio stadio all’inverosimile.
Uno stadio nel cuore di un quartiere popolare di Londra, teatro di mille battaglie, «anticipato» da una piazza con le statue di Bobby Moore, Geoff Hurst e Martin Peters, i tre «Hammers» che vinsero il Mondiale del 1966. Il West Ham è sempre stato una religione per i suoi fans. Il Palermo era forte, col ritorno di Guidolin e con l’ingaggio di Amauri puntava in alto. Giocò una gara coraggiosa benché privo di Corini (squalificato per l’espulsione di marzo a Gelsenkirchen con lo Schalke) e di Amauri (fuori dalla lista Uefa perché aveva giocato i preliminari di Champions col Chievo). Era reduce dal debutto in campionato, nel quale aveva battuto al «Barbera» la Reggina col risultato di 4-3. Amauri aveva subito fatto una grande impressione ma la tripletta di Rolando Bianchi aveva detto che la difesa era da registrare. A Londra Guidolin scelse il 4-4-2 e schierò Fontana, Cassani, Zaccardo, Barzagli, Pisano, Diana, Parravicini, Simplicio, Bresciano, Di Michele e Caracciolo. Nel West Ham anche Tevez e Mascherano.
La squadra di Pardew aggredì subito i rosa, spinta dal tifo assordante e continuo dei propri fans, si giocò in una bolgia ma il Palermo non si lasciò mai mettere sotto benché molti rosa non avessero alcuna esperienza internazionale. Per tutto il primo tempo il West Ham attaccò forte imponendo alla gara un ritmo forsennato. Barzagli e Zaccardo imbrigliarono bene il gigante Zamora che era in capocannoniere della Premier League ma Tevez sembrava imprendibile. Al 43’ proprio Tevez ebbe la palla per segnare ma Fontana parò la conclusione ravvicinata. Sull’azione successiva Simplicio recuperò una palla a destra, Cassani lanciò Diana che crossò basso in profondità per Caracciolo, che al centro dell’area calciò in corsa battendo Carroll in uscita sul ritardo di Ferdinand. Nella ripresa fu una battaglia senza esclusione di colpi. Al 58’ Caracciolo non sfruttò una grande occasione per raddoppiare. Guidolin inserì forze fresche (Guana, Biava e Capuano), Di Michele sfiorò il raddoppio su punizione ma al 34’ il sogno dei rosa sembrò sfumare. Fu il palo a salvare Fontana sulla conclusione acrobatica di Harewood e il Palermo uscì dal campo vittorioso.