L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta un’intervista al palermitano Lauricella.
Giovanni Lauricella, diciassettenne palermitano e terzino dell’Empoli, ha recentemente realizzato il sogno di diventare campione d’Europa con la nazionale Under 17. Dedicando la vittoria alla sua famiglia e alla gente di Brancaccio, Lauricella riflette sui sacrifici e le esperienze che lo hanno portato fino a questo traguardo.
Significato della Vittoria
«È il coronamento di tanti sacrifici. La strada da fare, però, è ancora tanta e piena di ostacoli. Ma voglio che questa vittoria possa essere uno stimolo per tutti i giovani siciliani che coltivano un sogno e per tutti coloro che si sentono fragili e stanno vivendo un momento difficile».
Ricordi dell’Europeo
«Ogni cosa. Con il passare del tempo, siamo diventati una famiglia. E con i miei compagni e lo staff si è creata una perfetta alchimia. Lo scoglio più duro da superare sono stati i quarti di finale, quando abbiamo affrontato l’Inghilterra. Realizzare uno dei calci di rigore è stato bellissimo. Ma vincere la finale contro il Portogallo è stata la gioia più grande che potessi provare».
Importanza di Mister Favo
«Favo è un allenatore preparatissimo e una persona straordinaria. Gli sarò grato per sempre. Mi ha fatto crescere e mi ha dato la possibilità di far parte di questo meraviglioso gruppo».
Infanzia a Brancaccio
«Cominciai a giocare all’istituto Padre Nostro di Brancaccio e ogni giorno facevo interminabili partitelle con i miei amici. Ho fatto anche diversi stage, ma nessuno è andato bene, fino a quando ho conosciuto Pamela Conti e sono entrato a far parte della sua squadra. Sono andato al Palermo: un sogno. Ma andò male e la mia esperienza in rosanero durò appena un anno. Quando stavo già pensando di mollare, mi chiamò Valerio Leto della Fair Play Messina. All’inizio ero titubante, ma poi ci sono andato. E oggi posso dire di aver fatto la scelta migliore. Lì mi hanno cresciuto e aiutato tantissimo».
Esperienza con il Sassuolo
«Sono partito carico di aspettative e di buoni propositi, ma non è andata come speravo. E dopo sei mesi sono tornato in Sicilia. Non so cosa mi passava per la testa, avevo voglia di smettere. Leto è stato fondamentale, mi ha riportato alla Fair Play, convincendomi a non arrendermi e aiutandomi anche con la scuola. Abbiamo vinto il campionato provinciale e ho avuto la possibilità di fare tre provini: Juventus, Empoli e Benevento».
Trasferimento all’Empoli
«Dopo un primo periodo di assestamento, è stato un crescendo. Quando ho cominciato facevo l’attaccante, poi ho fatto l’esterno alto e adesso ho trovato la mia dimensione come esterno sinistro a tutta fascia».
Idolo Calcistico
«Theo Hernandez».
Reazione della Famiglia
«Nonna Gaetana si è messa a piangere. Erano tutti felicissimi. Anche le mie nipotine Alice e Rachele».
Stagione con l’Empoli Under 17
«Ancora non è arrivato il momento di fare bilanci. Abbiamo i quarti di finale del campionato Under 17».
Futuro
«Spero di posticipare il più possibile le vacanze. Dopo tornerò a Mondello per un bagno e a Brancaccio dai miei amici e dalla mia famiglia».
Lauricella è un esempio di come determinazione e resilienza possano portare a grandi risultati. Il suo percorso è un incoraggiamento per tutti i giovani che affrontano difficoltà e sognano di raggiungere traguardi importanti.