Palermo. Gioco, gol e vittorie: la “rivincita” di Baldini vale il secondo posto

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul gioco del Palermo arrivato grazie a Baldini.

Tre vittorie di fila come diciannove anni fa, in serie A (Pescara, a Como, e Fiorentina), un piccolo primato personale eguagliato con i rosa, il sapore della rivincita in bocca: Baldini sale ai piani alti della classifica e si regala una più consistente opportunità. La promozione non è solo una speranza: lo dice la matematica e i numeri mentono in maniera minore rispetto alle parole. Il crescendo è visibile. Il Palermo ha trovato identità e una risposta dopo il durissimo attacco dell’allenatore, messaggio che, evidentemente, ha fatto centro.

Questa volta, il successo ha un padre certo e si chiama Baldini che ha compiuto due “miracoli”: un gioco incisivo e redditizio e la trasformazione di Brunori, da timido attaccante a protagonista della stagione. Il calcio è strano ma niente nasce per fortuna. La squadra vista di recente in trasferta è quella che il tecnico aveva in mente fin da quando è arrivato. Molte volte siamo stati sul punto di pensare ad una crisi di rigetto da parte dei giocatori, stavolta invece dalle speranze si è passati alle certezze, fin dai minimi particolari. Partiamo da un esempio che potrebbe sembrare insignificante: il primo gol di Monopoli, la fotocopia dell’azione costruita dall’Inter contro il Verona: cross di Perisic a tutto campo e tocco in corsa di Barella. Lo stesso schema realizzato da Giron e Valente, studiato a ripetizione in allenamento. Diamo a Silvio quel che è di…Silvio.

La crescita di Brunori, cannoniere dalle continue magie, ha poi spalancato le porte del paradiso. Il tutto, grazie a chi se non a quel “pazzo” che ne ha sbagliate tante ma si è ricreduto su un paio di concetti fondamentali: una fisionomia precisa basata su un gruppo ben identificato, chiamiamola formazione base, e un modulo che, al di là delle definizioni, può contare su tre centrocampisti di grande movimento, su esterni che si sacrificano e sfruttano la profondità, e difensori esperti e tenaci. Il Catania, con le sue disavventure, non c’entra. Nessun regalo ai rosanero. Per Baldini è tutto oro che luccica. L’inaspettata posizione in classifica, la forma raggiunta, mentalità e rendimento, l’imbattibilità che dura ormai dal cinque marzo sono farina del suo sacco non regali piovuti dal cielo, un periodo straordinario macchiato da appena da tre pareggi consecutivi, con squadre delle zone basse, ma esaltato da una doppia vittoria fuori casa contro avversari diretti che cancella eventuali rimpianti.

Il secondo posto è ora alla portata e non si tratta solo di un fiore all’occhiello. Nei play-off consentirebbe enormi vantaggi. La strada è tracciata anche se non dipende solo dal big match con il Bari – ennesima prova per valutare ulteriori progressi – che non molla, ma anche dal comportamento di Avellino, Catanzaro e Francavilla. Il problema è di chi insegue, non di chi guarda dall’alto. Questo, tra l’altro, sembra un Palermo dalle nuove frontiere che può fare risultato a Bari e ripartire per i play-off con un solido vantaggio: non più una mina vagante dai risultati a singhiozzo ma l’avversario che fa paura per le sue condizioni fisiche e psicologiche, che segna sempre e da due giornate non incassa gol, che ha conquistato 30 punti con Baldini in 16 partite e, nelle ultime otto, addirittura,18 con una media di oltre 2,25 a gara, quasi allo stesso livello dello scatenato Bari.