Palermo-Genoa, Ottolini: «Sappiamo che troveremo un Renzo Barbera caldissimo»
L’edizione odierna de “La Repubblica” ha intervistato Ottolini il quale ha parlato in vista di Palermo-Genoa.
Dalla finestra del suo ufficio a Villa Rostan, Marco Ottolini vede la porta del campo di allenamento: «E’ quella dove con la maglia del Brescia segnai un gol all’Atalanta nel torneo giovanile che celebrava i cento anni del Genoa. Si vede che questa società era nel mio destino». Il giovane direttore sportivo del Genoa confessa che, terminato il mercato, ha avuto un calo di tensione: «Ma è passato presto, c’era infatti subito da affrontare una partita estremamente impegnativa come quella con il Parma. Il mercato è stato difficile e stressante. Abbiamo movimentato una cinquantina di giocatori: addirittura 32 in uscita, 9 in entrata più tutti i rientri dai prestiti. Ma lavorare per un club così è straordinario. Lo dicevo l’altra sera a mia moglie: è incredibile come i tifosi del Genoa vivano con così grande intensità la loro passione. E questo per tutti noi è un impegno a dare il massimo. Dragusin, che conoscevo dai tempi della Juventus, mi ha confessato: “sono molto contento di essere arrivato in un posto dove la gente vuole così bene alla propria squadra»
Proprio Dragusin è stata una delle trattative più difficili. «Lo conoscevo bene, so che ha ambizione, personalità ed una grande forza fisica e mentale. E lo volevamo definitivo, perché ha ancora importanti margini di crescita ed il suo rendimento è destinato a migliorare. Lui a vent’anni era chiamato ad una scelta importante: lasciare per sempre la Juventus e imboccare un’altra strada partendo dalla serie B. Normale che si prendesse del tempo per decidere consultandosi con la famiglia e con il procuratore. Ed è stato importante sentirmi dire: “direttore, ho fatto la scelta giusta”».
Anche Aramu è stato protagonista di una telenovela. «Dal primo giorno ci ha detto che voleva venire al Genoa, non avevodubbi che la trattativa sarebbe andata a buon fine. Ma ci vuole sempre un po’ di tempo quando ci sono dei giocatori come contropartita».
Aramu, però, sono due partite che fa tappezzeria. «Quando arriva un giocatore nuovo, occorre dargli il tempo giusto per ambientarsi. E capita che quando un giocatore lascia un club, negli ultimi giorni non venga messo nelle condizioni di allenarsi al cento per cento. Ogni giocatore che arriva ha una storia diversa. Strootman, per esempio,si era sempre allenato da solo. Ma è già a buon punto».
Riconfermare Blessin, un allenatore che comunque è retrocesso, è stata una decisione di grande coerenza.«Non ero ancora al Genoa, questa situazione l’ho vissuta da esterno e ho immediatamente pensato che questa mossa dava al Genoa un grande vantaggio, quello di sei mesi di lavoro che non stati buttati via. Ci sono tanti giocatori che il tipo di gioco e lo spirito con cui Blessin vuole che la squadra vada in campo l’avevano già assimilato».
Venerdì c’è il Palermo. «Trasferta difficilissima contro una squadra che si vorrà riscattare dopo le due sconfitte consecutive e in uno stadio caldissimo. Ma quest’anno partite facili non ne esistono, il livello della serie B si è alzato molto. Genoa-Parma, sabato scorso, sembrava una partita di serie A».