L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su alcune dinamiche societarie in casa Palermo che coinvolgono anche la famiglia Mirri.
Il Palermo è nuovamente il pomo della discordia nella famiglia Mirri. Daniele, padre del presidente del club rosanero Dario, dopo essersi dimesso a giugno dal Cda di Hera Hora, ha avviato un arbitrato per «dichiarare invalide tutte le decisioni» assunte nel corso di un’assemblea della Damir, datata 4 agosto.
In quell’occasione, Dario Mirri «è stato nominato amministratore unico» con «carattere di urgenza» per il rilascio di una fideiussione necessaria per garantire le operazioni in sede di campagna acquisti del Palermo. Fideiussione che, è bene ricordare, non rischia di essere revocata in quanto depositata nei termini previsti.
Il disimpegno di Damir. Nell’assemblea dei soci di Damir tenuta tra il 26 e il 28 aprile scorso, veniva estesa «la procura instititoria» a Dario Mirri per la gestione delle partecipate dell’azienda, tra cui Hera Hora, ovvero la controllante del Palermo. Stando alla relazione del collegio sindacale, allegata al bilancio al 31 dicembre 2020 (disponibile solo da pochi giorni nel Registro Imprese), «la gestione deve essere finalizzata alla dismissione della partecipazione di cui è titolare Damir», ovvero all’ingresso di nuovi soci o capitali, e che «la gestione non dovrà comportare a carico di Damir srl o dei soci di Damir srl né nuovi impegni finanziari, né prestazione di garanzie comunque esterne ad Hera Hora». Con atto notarile dell’11 maggio, la procura viene conferita a Dario Mirri «con la precisazione, riguardo alla Hera Hora Srl, che non si sarebbero dovuti assumere ulteriori impegni finanziari che rimangono rimessi alle determinazioni dell’organo amministrativo di Damir srl».