L’edizione odierna del “Corriere dello Sport” riporta le dichiarazioni di Corentin Fiore, rientrato dal prestito all’Imolese e pronto a giocarsi le sue carte con il Palermo. In prestito dopo sei mesi? «Impossibile, per un giovane, scalare le gerarchie, mi mancava il ritmo partita e la difesa era ben strutturata. Tedino mi seguiva con attenzione ma il tempo stringeva. Giocai solo cinque minuti con il Carpi e due contro l’Avellino, vittorie rotonde, senza seguito. Il tecnico puntava sul sicuro perché l’obiettivo era la promozione». Prestito? «Mi sembrava la soluzione giusta. Saputo della C, ci rimasi male. Pensavo: «Ma come? Dalla A alla C in sei mesi!». Andavo indietro invece di progredire. Mi sono passate tante cose per la testa. Ero nervoso, impaziente. Una volta ambientatomi, abbiamo sfiorato la leggenda. Siamo stati sconfitti, per un soffio, nei playoff dal Piacenza, ma restiamo ugualmente orgogliosi del nostro cammino». Con un tecnico, Dionisi, che, come Marino, ama il bel gioco: «Eravamo un puntino nel mondo della C. Ho scoperto una realtà inimmaginabile: Dionisi, giovane e bravo, mi ha dato fiducia; il presidente, anche lui under 40, vuole costruire una società sbarazzina, con basi solide e con uno stadio di proprietà. Una piccola famiglia con grandi idee. A breve troverete l’Imolese in B». Prima era quotato un paio di milioni. E ora? «Non lo so, dimostrerò che esisto e voglio mettermi in mostra. Quando la fortuna arriverà, sarò pronto ad acciuffarla. Da Palermo non ho ricevuto messaggi, hanno cose più importanti da fare ed è giusto così. Mi giocherò tutto in ritiro. Marino avrà modo di valutarmi. Alla mia età, devo diventare grande. Sono andato indietro come un gambero, mi tocca tornare in alto». Come ha vissuto le vicende del Palermo? «Non capivo. Mi distraevo allenandomi. E telefonavo a Bellusci per saperne di più, per tastare le sue emozioni. Appena saputo che si restava in B, ho fatto salti di gioia. La società intende puntare sui giovani? Bene. Potrebbe essere la carta giusta. Sono pronto. Vediamo se riesco a raddrizzare la mia favola».