Palermo, Ficarra attacca: «Di A abbiamo solo le luci dello stadio accese la sera e i prezzi degli abbonamenti»

Salvo Ficarra, noto attore palermitano e tifoso storico del Palermo, ha parlato senza mezzi termini della situazione attuale della squadra rosanero. Reduce dal successo internazionale con la serie Zorro in streaming su Paramount, Ficarra non ha nascosto la sua passione per il club, sottolineando però il malcontento che serpeggia tra i tifosi a causa dei risultati deludenti e delle aspettative disattese.

Con il solito tono ironico ma diretto, ha criticato la gestione societaria, invitando a una maggiore coerenza tra obiettivi dichiarati e risultati sul campo. “Non mi interessa in quale categoria giochi il Palermo,” ha dichiarato Ficarra, “l’importante è vedere le maglie rosanero in campo. Ma se mi promettono di lottare per la Serie A e poi mi ritrovo al dodicesimo posto in B, qualcosa non torna.”

Un’intervista sincera e appassionata, quella rilasciata a Repubblica Palermo, che riflette il sentimento di molti tifosi, divisi tra amore incondizionato per i colori rosanero e crescente frustrazione per i risultati che tardano ad arrivare.

Salvo Ficarra è uno dei primi tifosi del Palermo. L’attore palermitano, di recente impegnato nella produzione internazionale di Zorro in onda in streaming su Paramount, è una presenza fissa allo stadio “Barbera”. Per anni ha avuto l’abbonamento di tribuna centrale numero 3, subito dopo quello del presidente Dario Mirri e di suo padre. Un numero che racconta anche una passione autentica.

L’abbonamento lo ha ancora?
«Per quest’anno sì».

E in futuro?
«Io sono un tifoso atipico. Non voglio vincere la Champions. Non mi preoccupo se il Palermo è in A, in B o in C. Per me l’importante è vedere le maglie rosanero in campo».

Maglie che in questo momento la fanno soffrire.
«È una questione di punti di vista. Se ci avessero detto che avremmo lottato per salvarci, oggi probabilmente saremmo felici».

E invece?
«Invece, la società ci dice che lottiamo per stabilizzarci tra le prime dieci in Serie A, ma di A abbiamo solo le luci dello stadio accese la sera e i prezzi degli abbonamenti».

Si è fatto un’idea della situazione?
«Non voglio entrare in questioni tecniche perché non sono di mia competenza. Penso però che la società debba ammettere che in questi anni non ha allestito una rosa adatta per le posizioni che va sbandierando».

Eppure i soldi sono stati spesi.
«Evidentemente questi soldi sono stati spesi male. Se al ristorante ordino un antipasto e venti bottiglie di vino, spendo tantissimo e mangio male».

Cosa si può fare per “mangiare bene”?
«Non lo so, ma posso dire solo che ci riempiono di promesse che non vengono mantenute. Ci parlano di obiettivi prestigiosi e poi ci ritroviamo al dodicesimo posto nel campionato di Serie B. Questo crea illusioni e sconforto. La gente, giustamente, si lamenta».