L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla questione relativa alle false vaccinazioni con le confessioni dell’infermiera colpevole.
Dopo l’arresto, a fine dicembre, aveva ammesso solo di avere fatto false vaccinazioni all’hub della Fiera « per pura amicizia » . Qualche giorno fa, l’infermiera Anna Maria Lo Brano ha confessato tutto davanti al pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis. Ha detto di aver intascato quasi mille euro. E ha chiamato in causa i suoi complici, almeno due: i loro nomi sono coperti da omissis nel verbale depositato dal pm Felice Denedittis al Tribunale del riesame, segno che l’indagine della Digos prosegue e presto potrebbero esserci nuovi sviluppi.
Anna Maria Lo Brano ha iniziato la sua confessione spiegando come conobbe il commerciante Giuseppe Tomasino, uno degli arrestati: « Eravamo ad una festa di comuni amici, in quell’occasione mi chiese di dargli una mano in quanto era un No Vax convinto e non voleva assolutamente fare il vaccino » . Qualche giorno dopo, si videro nel negozio di Tomasino, in corso Pisani. « C’erano anche Filippo Accetta ( il leader dei No Vax — ndr), e un’altra persona».
Eccolo il primo omissis del verbale. «L’accordo concluso in quella sede — ha detto l’infermiera — era che io avrei procurato dei falsi certificati di tampone Covid con esito negativo, riguardanti Tomasino, Accetta e due dei suoi figli, in cambio di 50 euro per ciascuno, mentre l’altra persona si sarebbe occupata dell’effettuazione o comunque dell’organizzazione delle false inoculazioni, in cambio di 400 euro per ciascuno » . Dunque, potrebbe esserci un altro infermiere coinvolto nelle false vaccinazioni. Anche perché all’epoca, Anna Maria Lo Brano non aveva ancora preso servizio all’hub della Fiera. «Il pagamento avvenne in quella sede — così prosegue il racconto dell’infermiera — ed io percepì 200 euro per i tamponi, e altri 400 euro come ulteriore compenso».