Palermo. Ex, play-off e veleni: con l’Avellino è sempre speciale
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla gara tra Avellino e Palermo in programma domenica.
I palermitani, gli ex, i play-off e i veleni dell’andata per un rigore «fantasma». A questo Avellino-Palermo non manca nulla, considerando anche il blasone delle due squadre in campo e la posta in palio per entrambe, legittimamente ambiziose in ottica spareggi (e non solo). Quella del «Partenio-Lombardi», oltre ad essere una grande classica del calcio meridionale, è una sfida che intreccia storie diverse di calciatori che hanno avuto a che fare sia con una che con l’altra squadra, ma anche di scontri diretti da riscattare dopo la passata stagione.
La colonia palermitana dell’Avellino si è ridotta a gennaio, con la cessione di D’Angelo (finito alla Reggiana), ma resta ben nutrita. Di Gaudio è il capofila, per quanto non sia ancora al top della forma e potrebbe non essere in campo domenica, ma non è il solo ad essere nato nel capoluogo siciliano. È palermitano anche l’altro grande assente certo di questo weekend, Luigi Silvestri, che nella gara d’andata ha raccolto anche gli applausi dalla curva Nord all’uscita dal campo. Non si può dire certo lo stesso per il centravanti Plescia, che al «Barbera» rimediò il calcio di rigore trasformato da Tito per il pareggio degli irpini, senza però che vi fosse un reale contatto con Peretti in area.
Ed è palermitano, cresciuto nel vivaio dell’Us Città di Palermo, anche Rizzo. Gli intrecci non si limitano solo alle carte d’identità, però. Perché c’è chi a Palermo ci ha giocato, come Kanoute, e chi ad Avellino ha accarezzato il sogno della Serie B prima di trasferirsi in Sicilia, come Fella. L’attaccante, al «Barbera», ha realizzato proprio la sua prima rete in maglia biancoverde, ma una volta mancata la promozione tramite i play-off è tornato al mittente, la Salernitana, che in estate lo ha ceduto in prestito proprio al club di viale del Fante.