Palermo errori, «dormite» e…patatrac: la difesa sul banco degli imputati
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla difesa del Palermo sul banco degli imputati.
Stavolta è davvero dura da digerire, ma è un’ulteriore conferma che i meccanismi di inizio stagione non sono più gli stessi: tra errori già visti e mancanza di lucidità la difesa del Palermo incappa nella partita peggiore nel conto del gol subiti. L’ultima volta che Pigliacelli aveva raccolto tre palloni in fondo alla rete era stata il 15 aprile a Venezia: si pensava che il mercato potesse dare una svolta sul piano sia prestazionale che mentale e le prime gare sembravano confermare tali sensazioni, ma dal match con lo Spezia in poi qualcosa si è rotto.
La partita di Parma ha seguito, a prescindere dal risultato finale, un andazzo simile a quella del Penzo il 26 settembre contro il Venezia: Palermo cinico (e vittorioso) grazie a uno straordinario Brunori, per il resto barricate a più non posso per chiudere ogni spazio agli attacchi avversari. La squadra di Pecchia ha chiuso con 24 tiri totali contro gli 8 dei rosa, 7 tentativi in porta contro 3 (trasformati in altrettante reti), 10 calci d’angolo contro 1 e 44 cross contro 4: eppure nel primo tempo il sistema difensivo di Corini ha retto molto bene, con il possesso palla dei ducali quasi mai tradotto in occasioni pericolose. Nella ripresa, l’ingresso di Camara e un Bernabè più ispirato hanno permesso al Parma di banchettare nell’area rosanero, trovando prima il gol con Estevez e poi mancando più d’una volta il bersaglio prima di ritrovare precisione nel recupero con Mihaila e Charpentier.
Se sulla rete dell’argentino non ci sono colpe specifiche da attribuire, lo stesso non si può dire sulle altre due: il 2-3 nasce da un rinvio avventato e impreciso di Soleri, che difensore non è ma su una punizione a sfavore era comunque chiamato ad aiutare i compagni dietro; il 3-3 è un patatrac collettivo tra Henderson che commette un fallo inutile a centrocampo, Aurelio che si fa passare Charpentier alle spalle e Pigliacelli che sul colpo di testa del congolese fa due passi in avanti per poi rindietreggiare e cadere dentro la porta con la palla già dentro (scena identica a quella vista con il Cittadella sulla capocciata vincente di Pandolfi). Ad aumentare il rammarico il fatto che entrambi i cross fossero abbastanza innocui, due campanili facilmente gestibili su cui i rosa si sono complicati la vita. Non può essere solo questione di sfortuna se i 16 gol subiti (4 nelle prime otto partite, 12 nelle ultime otto) sono arrivati tutti negli stessi modi: palla inattiva con difesa schierata (Reggiana, Cittadella e Parma in campionato, più i due del Cagliari in Coppa Italia), tiro a giro sul palo lontano (Cosenza, Südtirol, Spezia e Parma) e battuta a centro area su cross rasoterra (Spezia, i due del Lecco, Ternana e Catanzaro).