L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla situazione delicata in casa Palermo scrivendo di una riunione con Manchester tenutasi ieri.
Corini resta. Non è una sfida alla sollevazione popolare acuitasi dopo la sconfitta interna con il Cittadella con i cori (e ieri gli striscioni allo stadio) che chiedevano espressamente l’esonero dell’allenatore, ma una valutazione diversa di come giudicare il progetto Palermo anche in un momento di evidente crisi di risultati. Certamente una netta controtendenza rispetto alle abitudini del calcio italiano, figurarsi poi in una città che per anni ha vissuto l’umoralità di Zamparini.
ANALISI ATTENTA. Il City Group che gestisce da circa 18 mesi il club rosanero ha analizzato la situazione dopo il terzo ko in 4 gare e soprattutto dopo una prestazione da far cadere le braccia, con quella mezzora finale in cui la squadra non stava in piedi. Ieri si è svolta una “call”, riunione video anche col management di Manchester, sono state prese in esame le criticità emerse, ma la soluzione secondo la proprietà non è quella di cambiare guida tecnica. Non è la prima crisi che coinvolge club della “galassia”, accadde in passato anche al Girona quando era nella B spagnola ed ora è capolista della Liga in Spagna.
E il modus operandi fu pressapoco lo stesso. Le valutazioni sono a gioco più lungo, né ci sono esternazioni di alcun tipo a difesa dell’allenatore perché il progetto globale non è cambiato: il Palermo è stato impostato per per tentare di andare in A, è 3° in classifica nonostante l’ultimo mese horror (4 punti in 5 partite di cui 4 interne), dunque è in linea con quel programma. E all’innegabile trend negativo, per le abitudini del gruppo, si risponde con più unione e correttivi mirati piuttosto che facendo saltare una testa.