L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul pari di ieri tra Catanzaro e Palermo.
Il pari serve poco a tutte e due, ma va un po’ meglio al Palermo, arrivato a Catanzaro con qualche problema in più dei padroni di casa, una striscia di tre sconfitte consecutive in trasferta e con lo spavento (senza conseguenze per la squadra) per i danni fatti da due teppisti all’autobus la sera prima (gli autori sono stati individuati e denunciati).
Silvio Baldini ha evitato il sorpasso dei calabresi e difficilmente avrebbe potuto fare di più al suo ritorno sulla panchina rosanero dopo 18 anni. Vivarini ha avuto la conferma di quanto lavoro lo aspetti: i calabresi devono ancora inserire gli elementi chiave presi sul mercato.
Difese ok. Il palo colpito in avvio da Welbeck (sugli sviluppi di un angolo di Sounas respinto da Massolo) è stata una delle poche, concrete occasioni da gol in una partita che le squadre hanno giocato a viso aperto finendo per annullarsi. Le altre chance sono stata il diagonale di Soleri a lato di poco nella ripresa e un’iniziativa caparbia di Brunori nel finale). Il Catanzaro, rinnovato (in attesa di Iemmello) e schierato con il solito 3-5-2, ha spinto in particolare a destra, dove Bayeye ha creato qualche difficoltà a Giron mancando però di lucidità. Il Palermo ha preferito le vie centrali, nelle quali ha sfruttato la fisicità dei due mediani (De Rose e Dall’Oglio) e i movimenti da boa di Soleri. Sono emerse le difese: i centrali di casa hanno sbagliato poco (Fazio è stato essenziale), ma pure i due centrali ospiti hanno retto bene i duelli con Cianci e Vazquez. Nella ripresa i tecnici hanno cercato la svolta con i cambi, ma non l’hanno trovata.