Palermo, dal 3-4-3 al 4-2-4: il valzer dei moduli crea solo confusione
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul valzer del modulo del Palermo.
Al netto di una superiorità del Catanzaro che sul piano del gioco è apparsa evidente, la nota più negativa della prestazione del Palermo riguarda una disposizione in campo che dal primo all’ultimo minuto è apparsa ai limiti del caotico: Corini ha provato a dare discontinuità rispetto alle gare precedenti, ma anche rispetto al lavoro svolto nella preparazione estiva, con un inedito 3-4-3; l’esperimento non solo non ha pagato, ma per certi versi sembra aver facilitato le cose alla banda Vivarini.
Tale modulo peraltro non è stato l’unico impiegato durante il match: a inizio secondo tempo, con Henderson entrato al posto di un (ancora una volta) impalpabile Di Mariano, il tecnico è passato al 3-5-2, ma che nemmeno questo funzionasse è apparso evidente dopo 5’ quando Biasci ha depositato in porta il pallone del 2-0. Al quarto d’ora altro stravolgimento con tre cambi: via il 3-5-2, si passa al 4-2-4.
L’impatto è stato devastante: il Catanzaro ha avuto un paio di occasioni nitide per andare sopra di tre, poi i cambi di Vivarini hanno riacceso il Palermo e il gol di Stulac ha dato un minimo di verve al finale, ma lo sforzo per agguantare la parità nell’arco dei novanta minuti è stato decisamente troppo basso. Se da un lato il numero così elevato di giocatori impiegati fuori posizione è dipeso soprattutto dagli infortuni, con la febbre last minute di Coulibaly ad arricchire l’infermeria (già fuori causa Ceccaroni, Vasic, Insigne e Soleri), dall’altro il tentativo di dare imprevedibilità al modulo si è rivelato un vero e proprio boomerang.
Dinanzi a una squadra in confusione c’era infatti un Catanzaro che, con il suo 4-4-2 collaudato e vincente, ha giocato una partita tatticamente perfetta per 75’ e, come il Cittadella, è uscito dal campo tra gli applausi del Barbera: un gesto che dimostra il grande fair play del pubblico, ma che certamente sarebbe meno ricorrente in presenza di un Palermo più coordinato e compatto.