Palermo. Dai tamponi rapidi ai molecolari. Dal rientro al cluster, giorni da incubo
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul cluster scoppiato al Palermo.
Due settimane nella morsa del Covid. Il primo caso, nel Palermo, risale esattamente a 14 giorni fa, subito dopo le festività natalizie. La squadra non era ancora tornata in città e Baldini non aveva ancora avuto modo di conoscere i suoi giocatori, quando uno di questi è risultato positivo al tampone ed è rimasto con la famiglia, in isolamento, fuori dalla Sicilia.
Un caso isolato, perché nel corso della pausa invernale non si sono registrate altre situazioni di questo tipo nell’organico rosanero. Dal 28 dicembre in poi, il timore di dover affrontare un focolaio come quello di un anno fa ha dato l’impressione di affievolirsi, almeno fino alla batosta del giorno dell’Epifania. Un fulmine a ciel sereno, perché alla ripresa
Dal 2 al 5 gennaio sedute a ranghi completi, poi è scoppiata l’emergenza degli allenamenti non sembravano esserci particolari avvisaglie da questo punto di vista. Quando il Palermo è tornato in campo, a Tommaso Natale, il consueto giro di tamponi previsto dal protocollo sanitario ha consegnato a Baldini una rosa quasi al completo, con due sole assenze: il positivo individuato prima di Capodanno e un altro calciatore, di ritorno dal centro Italia, messo in isolamento prima che si ricostruisse il gruppo squadra.